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sabato 31 gennaio 2015

#31G Giornata di mobilitazione nazionale per il Diritto alla Casa. Presidio itinerante nei mercati della città: il testo del volantino distribuito


E' sotto gli occhi di tutta la città la situazione drammatica che numerose famiglie e singoli stanno vivendo sulla propria pelle a causa dell'emergenza casa. Le cifre, già evidenziate a suo tempo dalla rete diritti in casa parlano chiaro:nel 2014 in provincia di Parma sono stati mandati in esecuzione 700 sfratti, quasi tutti per morosità e nel 2015 saranno ancora di più.

Da una parte infatti la crisi impedisce a moltissime persone di pagare regolarmente gli affitti dall'altra, come riconosce anche il comune, mancano alloggi e servizi in grado di assistere chi finisce per strada.

Per questo da anni chiediamo al Prefetto di bloccare le esecuzioni degli sfratti in modo da consentire alle famiglie di cercare una soluzione alternativa e al Comune di reperire alloggi per affrontare l’emergenza.

Ad aggravare la situazione è sopravvenuto anche un delirante intervento del governo Renzi che ha dato il via libera agli sfratti per finita locazione anche per le famiglie in difficoltà economica con soggetti deboli (disabili, minori, anziani) che fino al 2014 avevano beneficiato della sospensione delle esecuzioni. Tutto ciò contribuisce a rendere esplosiva l’emergenza casa.

domenica 11 gennaio 2015

SALA PIENA ALLA PRIMA ASSEMBLEA CONTRO LA SVENDITA DELLE CASE POPOLARI


Una assemblea vivace quella di ieri sera nella sala comunale del quartiere Cinghio/Montanara: interessanti gli interventi delle realtà di Milano e Bologna che ci hanno mostrato come la situazione sia equivalente nelle grandi città vicine a noi. Oltre 2 ore di assemblea ci hanno permesso di capire la strategia speculativa che punta a far cassa sulle spalle dei più deboli per mantenere inalterate le posizioni di rendita e i guadagni dei soliti noti. Ora tocca a noi mettere in campo mobilitazioni che riescano a mettere in crisi il piano di alienazioni di case popolari! Di seguito il testo della convocazione dell'assemblea:

Negli ultimi mesi le case popolari in Italia sono al centro di una fortissima polemica massmediatica : da un lato si attaccano gli occupanti abusivi di case popolari a Milano, dall’altra parte partiti e gruppuscoli politici reazionari e xenofobi come la lega e casapound continuano a sostenere il diritto di precedenza degli italiani nelle assegnazioni delle case popolari.

mercoledì 17 dicembre 2014

NO ALLA VENDITA DI CASE POPOLARI!


NO ALLA VENDITA DELLE CASE POPOLARI !!!

Negli ultimi mesi le case popolari in Italia sono al centro di una fortissima polemica massmediatica : da un lato si attaccano gli occupanti abusivi di case popolari a Milano, dall’altra parte partiti e gruppuscoli politici reazionari e xenofobi come la lega e casapound continuano a sostenere il diritto di precedenza degli italiani nelle assegnazioni delle case popolari.
Ma sono questi realmente i problemi che vivono gli abitanti delle case popolari?
A Parma non esistono case popolari occupate abusivamente e questo per una precisa scelta del movimento di lotta per la casa di Parma che ha da sempre preferito ricorrere all’occupazione dei tanti alloggi e palazzi privati vuoti (ce ne sono a migliaia) piuttosto che occupare case popolari non abitate e si è sempre preferito far pressione su Comune e Acer affinchè ristrutturasse ed assegnasse piuttosto che occupare mettendo in contrasto gli occupanti con i possibili assegnatari. A Milano la cosa è molto diversa perché gli appartamenti vuoti sia nuovi che in attesa di ristrutturazione sono più di 10.000 ed è assurdo che l’Aler (ente gestore) non provveda alle assegnazioni di fronte a un’emergenza così devastante e a migliaia e migliaia di domande di case popolari inevase e quindi riteniamo giusto che tante famiglie ricorrano all’occupazione di alloggi Aler sfitti per sopravvivere.
Per quel che riguarda la precedenza agli italiani nelle assegnazioni c’è da dire che almeno a Parma le domande di italiani per le case popolari non sono tantissime e che alcuni criteri e normative per l’assegnazione agevolano già gli italiani e coloro che risiedono da tanto tempo nel territorio.
Poi riteniamo che sia più che legittimo che le case siano date a chi ne ha bisogno, trovandosi in situazione di difficoltà economica e sociale tale per cui la mancanza di casa rischia di mettere a repentaglio la vita e la salute di donne uomini e bambini.
I veri problemi legati alle case popolari sono in realtà ben altri e ben lo sanno coloro che vi abitano: innanzitutto per le case popolari non ci sono più investimenti né per farne di nuove né per ristrutturare quelle esistenti. Un altro grande rischio però è in arrivo per gli assegnatari:

venerdì 7 novembre 2014

Una sola grande opera casa e reddito per tutt*

Le realtà attive sul territorio nazionale nella resistenza agli sfratti e per il diritto all’abitare si sono riunite a Roma, l’1 e il 2 Novembre, per confrontarsi ancora sullo stato delle lotte e per darsi nuove indicazioni rispetto all’autunno.
Nuove realtà si sono affacciate alle assemblee portando con sè le proprie esperienze e specificità territoriali. “Abitare nella crisi” è diventato un appuntamento importante e largo che dopo l’anno di mobilitazione appena trascorso ha raggiunto nuove città, confermando il carattere riproducibile e concreto delle battaglie messe in campo.
Le battaglie di riappropriazione e di resistenza agli sfratti esprimono, all’interno dei territori, non solo il bisogno di casa ma la necessità di organizzarsi contro l’inasprimento delle condizioni di vita, mettendo in discussione l’esistente in tutte le sue forme e l’impoverimento delle nostre vite. I quartieri, le borgate hanno sempre più bisogno di punti di riferimento, di presidi liberati nei quali poter organizzare di battaglie che vanno direttamente e quotidianamente a rivendicare dignità. A partire da diritti primari come la casa, l’acqua, la luce ridotti ormai a beni da privatizzare.

lunedì 20 ottobre 2014

22 ottobre: inauguriamo il SAIE, diamo il benvenuto a Renzi!

In Italia si consumano 8 metri quadrati di suolo al secondo, migliaia di ettari di terreni agricoli che vengono trasformati in porzioni di suolo edificabili. Moltissime sono le imprese edili e di costruzione che mettendo a valore il suolo producono lauti guadagni con colate di cemento, ferro e asfalto.
Interi territori sono stati devastati da pratiche di costruzione selvaggia che sono le principali responsabili di catastrofi ambientali come quelle avvenute a Genova, Olbia e in Maremma. Il 30% del suolo del nostro paese è coperta da edifici, infatti, si stima che ogni famiglia potrebbe possedere più di un appartamento a testa.
Tutto ciò non è servito a dissuadere il governo dall'erronea e aggiungeremo datata convinzione che per superare la crisi e risolvere la questine abitativa bisognasse regale soldi e sgravi fiscali a costruttori, palazzinari e speculatori, così come previsto nel piano casa di Matteo Renzi. Si continua a depredare i territori, con opere di costruzione che per altro non sembra riescano più a valorizzarsi e generare i profitti sperati.

martedì 14 ottobre 2014

Genova, lo Stato del fango

Ci risiamo. E ancora a Genova. Ma non è la prima volta e non sarà l’ultima città vittima di un modello di sviluppo vorace che, consumando suolo e sottomettendolo agli interessi della rendita, fa i conti con eventi in grado di restituire “naturalmente” il territorio alle sue funzioni originarie. Quindi un alveo di un fiume torna ad essere quello che deve essere, o almeno ci prova, rompendo lo schema del cemento che lo vorrebbe ingabbiare e devastando la speranza che l’infrastruttura umana regga l’impatto mortale. Le responsabilità sono chiare ed è inutile cercare capri espiatori da esibire tramite televisioni e giornali. La bulimia edilizia di questo paese è tragicamente andata oltre ogni ragionevole tolleranza e deve essere fermata. Se non lo facciamo noi lo fa il Bisagno, il Sarno, il terremoto.
La tragedia vera però deve ancora arrivare. Lo sblocca-Italia e la nuova legge urbanistica del ministro Lupi, salutati come panacea economica e considerati portatori di benessere e sicurezza, di agevolazione degli iter burocratici ed eliminatori di paletti giuridici, daranno il colpo di grazia ad un territorio nazionale già ampiamente saccheggiato. L’altare delle grandi opere e dei grandi eventi è già innalzato e le lodi all’importanza di far ripartire i cantieri, tra precarietà e cemento, si levano alte e decise. Anche in commissione ambiente il prode ambientalista Realacci supportato dal convertito Chicco Testa plaudono al Tap, al Tav, all’Expo e figuriamoci se non saranno in prima fila nel superare le lamentele delle Sovrintendenze o degli amministratori locali preoccupati per il loro territorio a rischio. Il dna del governo Renzi

venerdì 13 giugno 2014

LA BIODIVERSITÀ DEL CONFLITTO

Il segnale di vitalità e la produzione di energia che ha attraversato il paese, riconducibile ai movimenti per il diritto all'abitare e all'esperienza di “Abitare nella crisi”, sta subendo un'evidente aggressione da parte dei poteri dello stato. Gli apparati delle procure mostrano i muscoli e in sintonia con il governo Renzi, con le prefetture e le questure di molte città italiane eseguono sgomberi, sfratti, arresti e misure cautelari.
Una situazione questa in continua evoluzione. La rottura profonda immaginata nell'espressione del conflitto contro un modello di sviluppo criminale, corrotto e non riformabile, ha sedimentato lentamente il virus e l'anticorpo necessari. Una danza di resistenza e tutela di diritti primari non comprimibili, che si è deciso di fronteggiare violentemente proprio per la sua capacità aggregativa dentro strati sociali colpiti duramente dalla crisi.
In parole povere, l'interessante combinazione sociale che quotidianamente ha proseguito, in forme indipendenti, a generare mobilitazioni e presìdi di contropotere attraverso pratiche di riappropriazione e contrattazione autonoma con le controparti, non consente la sopraffazione definitiva progettata da provvedimenti che rendono strutturale la precarietà di vita, da accettare volenti o nolenti.

venerdì 30 maggio 2014

#STOPDISTACCHI Azione diretta contro i distacchi delle utenze



Ieri giovedì 29 maggio militanti della Rete Diritti in Casa insieme a diverse famiglie che hanno subito il distacco delle utenze sono ritornati negli uffici di Iren in Strada Santa Margherita come già fecero lo scorso 29 novembre.
L'intervento della Rete si è reso necessario perchè sempre più famiglie segnalano distacchi allo sportello per il diritto all'abitare di Via Mantova.
Il presidio presso Iren questa volta non ha subito lo stesso trattamento del mese di novembre quando i presenti furono tutti portati in questura per identificazione: le famiglie parmigiane e migranti presenti sono state ricevute dagli uffici ed hanno ottenuto il riallaccio e definito un piano di rientro. Il presidio ha anche raccolto molti consensi tra le persone che erano presenti agli sportelli di Iren per problematiche simili a quelle delle famiglie già distaccate. Rimangono aperte moltissime criticità: il protocollo tra Iren e Comune di Parma per la gestione del sostegno al pagamento delle utenze trascura troppe situazioni meritevoli di supporto e il costo risulta essere tutto a carico della collettività mentre ad Iren rimangono i ricavi.
Naturalmente la battaglia continua

Rete Diritti in Casa

Segue volantino distribuito durante l’azione:

domenica 25 maggio 2014

Maledetta primavera… riflessioni da Firenze #nopianocasa


Che fretta c’era, maledetta primavera….
Dopo settimane di discussioni, alcuni giorni fa in parlamento è stato approvato il Piano Casa e con esso l’infame articolo 5…
Le proteste in Tutta Italia, le iniziative davanti al parlamento non hanno neanche ostacolato l’applicazione della vendetta contro i movimenti…
In un quadro politico dove le leggi sono oramai SPOT televisivi, le discussioni parlamentari ridotte alla formalità, e chi esercita movimento, solidarietà e protesta, ridotto solo a politiche di ordine pubblico..scenari inquietanti di nuovi autoritarismi e voglia di esercizio della forza…
Di cosa è figlio questo agghiacciante articolo 5 del Piano Casa ce lo siamo chiesti in tanti…
Chi afferma che il Premier Renzi voleva l’applicazione della vendetta nei confronti di coloro che in questi anni gli avevano disturbato il sonno nel capoluogo toscano…
Chi afferma che il ministro Lupi ha dato garanzie precise alla lobby dei costruttori milanesi, gli stessi di Milano EXPO’ e anche della stessa ALER. l’ente delle case popolari della Lombardia…
In una lettura fortemente pìù lucida pensiamo che l’articolo 5 sia teso a BLOCCARE