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martedì 26 maggio 2020

IL DIRITTO ALL’ABITARE NON PUO’ CONTINUARE A ESSERE TRATTATO COME PURO BUSINESS





L’emergenza sanitaria legata al Covid 19 e la conseguente crisi economica che sta esplodendo sta mettendo a nudo tutte le inadeguatezza del sistema capitalistico.

Sono sotto gli occhi di tutti le paurose lacune in campo sanitario e l’impreparazione dei paesi a sviluppo capitalistico avanzato a far fronte a un’epidemia che tutti i virologi prospettavano come altamente probabile. Ora stanno venendo sempre più in evidenza le povertà e le disuguaglianze sociali che prima del covid si cercava di nascondere sotto il tappeto dell’emarginazione sociale ma che ora stanno colpendo settori che prima ne erano solo sfiorati. La realtà è che questo sistema non lascia sgocciolare risorse sufficienti verso le fasce più povere della popolazione neanche quando gira alla massima velocità, figuriamoci ora che per forza di cose deve rallentare la corsa. Per sopravvivere il capitalismo è sempre alla disperata ricerca di settori da mettere a profitto. Quello delle abitazioni è stato uno dei privilegiati. Ben lungi dall’essere un diritto naturale, sul bisogno essenziale di ogni essere umano di disporre di un alloggio in cui vivere si sono costruiti affari, speculazioni, depredazioni di suolo, assalto ai territori. La Covid-Crisi sta facendo affacciare all’emergenza abitativa nuovi soggetti . L’Italia è uno dei paesi europei con il numero più basso di alloggi a canone sociale (case popolari) . Solo il 4% della popolazione è in un alloggio ERP. In totale circa il 20% della popolazione vive in affitto e i dati statistici confermano che a vivere in affitto sono i più poveri, i giovani, chi ha un lavoro precario e spesso chi è in affitto non beneficia di una rete di protezione famigliare, come nel caso dei migranti.

La crisi va a colpire proprio queste fasce della popolazione quindi inevitabilmente ci sara’, una volta scaduta la sospensione degli sfratti prevista per il 1° settembre, un’ondata di esecuzioni per gli sfratti finora sospesi e nuovi provvedimenti giudiziari per chi in questi mesi non è riuscito a pagare. La crisi degli alloggi è destinata ad essere una delle conseguenze più brutali di questa fase e allo stesso tempo dimostra la drammatica inadeguatezza delle politiche abitative finora messe in campo e l’assurdità di avere affidato al libero mercato una questione così centrale per l’esistenza degli umani.

giovedì 19 dicembre 2019

sabato 21 dicembre ore 10 presidio a parma davanti alla prefettura per il diritto alla casa



SENZA UN TETTO NON PUO’ ESSERCI UNA VITA FELICE

OGNI ANNO E’ SEMPRE PEGGIO: seguiamo da venti anni la questione abitativa e non possiamo che rilevare che la crisi degli alloggi non è mai stata così grave. All’aumento degli affitti causato dalla liberalizzazione delle locazioni e alla penuria assoluta di case popolari (in Italia sono meno del 4% del totale, siamo gli ultimi in Europa) si aggiunge ora la massiccia sottrazione dal mercato di alloggi in locazione di lunga durata per destinarli all’affitto turistico tramite le piattaforme digitali come AirBnB.
A Parma questo calo dell’offerta di alloggi per chi deve avere una casa dove vivere è particolarmente pesante a causa delle prospettive speculative offerte da Parma Capitale della Cultura 2020.
PARMA 2020:CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE: a guadagnarci sono i soliti, gli speculatori, sempre più spesso costituiti da imprese immobiliari che fiutano il business dell’affitto turistico e, approfittando di una legge urbanistica regionale veramente vergognosa, intraprendono processi di rigenerazione urbana che fanno prefigurare centri storici tipo bomboniera per ricchi borghesi e per turisti. E’ la gentrificazione, baby!
A perderci sono gli abitanti che non hanno alloggi in proprietà, i poveri italiani o stranieri che siano, ma anche gli studenti, cacciati dal centro cittadino sempre più verso le periferie e verso un hinterland sempre più lontano. A perderci sono coloro che non riescono più a trovare casa in affitto, anche se hanno uno stipendio fisso, perché i proprietari preferiscono affittare ai turisti per brevi periodi a prezzi molto alti, facendo alzare conseguentemente il prezzo generale dei pochi alloggi rimasti in locazione. Nel frattempo si sfrattano gli abitanti per lasciare spazio ai visitatori temporanei.
MANCA DEL TUTTO L’INTERVENTO PUBBLICO PER LIMITARE I DANNI: a livello statale si ignora completamente l’emergenza abitativa e si fa invece di tutto per alimentare la rendita e l’investimento speculativo, non vengono mai toccati gli interessi di chi sul mattone ci ha sempre guadagnato. Un miliardo e 700 milioni di € di fondi Gescal prelevati in passato dalle tasche dei lavoratori per l’edilizia pubblica rimangono inutilizzati nelle pieghe del bilancio con il rischio di venire destinati altrove. In tutta Italia milioni di alloggi ed edifici pubblici e privati sono inutilizzati e governanti, prefetti, sindaci ben si guardano dal ricorrere alla requisizione per dare un tetto a chi non ce l’ha.

mercoledì 28 agosto 2019

Contributo della rete diritti in casa al dibattito sull'emergenza abitativa a Parma




Ci permettiamo di inserirci nel dibattito sull’emergenza sfratti a Parma, innescato da un’omelia del Vescovo, per dire la nostra in merito, essendo una realtà che si confronta quotidianamente con l’emergenza abitativa, toccando con mano, allo sportello per il diritto all’abitare di Via Mantova e con i presidi antisfratto la gravità di una situazione che andiamo denunciando da decenni.
Più che di emergenza sfratti preferiamo parlare di gravissima e strutturale situazione di carenza di alloggi per i più poveri e per le situazioni sociali più delicate. Il fatto che il numero degli sfratti sia calato rispetto agli anni di picco (2013-2014) pur rimanendo a livelli notevoli non deve illudere: ci sono meno sfratti solo perché un mercato sempre più vorace esclude centinaia e centinaia di famiglie e di singoli dall’affitto perchè ritenuti non solvibili. Si sta creando una situazione di emarginazione estrema che costringe al sovraffollamento, all’abitare in luoghi fatiscenti o addirittura in auto o per strada, all’affollare le strutture d’emergenza. Queste situazioni non vengono rilevate dalle scarne statistiche sugli sfratti. Il mercato, che domina incontrastato la gestione degli alloggi, fiuta nuove possibilità di business: la nuova frontiera è l’affitto turistico, alimentato da manifestazioni di marketing territoriale come Parma 2020. Già oggi un migliaio di alloggi privati sono sottratti al mercato degli affitti per essere offerti ai turisti sulle piattaforme immobiliari online. Gli affitti, anche in conseguenza della riduzione dell’offerta, stanno di nuovo aumentando a fronte di una stagnazione dei valori immobiliari, alimentando la rendita parassitaria.

martedì 21 febbraio 2017

quando la repressione utilizza il fango

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ieri polizia e vigili han messo in atto una sedicente operazione anti degrado andando a "controllare"e a fare incursioni in stabili fatiscenti e abbandonati a caccia di "pericolosissimi" eventuali disperati che vi abitano. Si,i poveri son considerati degrado anche se per noi questo modo di vedere le persone più povere è il vero degrado. Nel calderone di questi blitz ci hanno infilato anche la casa occupata di piazzale Matteotti,immobile della regione occupato 10 anni fa, 10,da famiglie bisognose perfettamente integrate col resto del condominio e che si son viste piombare in casa uomini in divisa urlanti ed aggressivi coi bambini che piangevano terrorizzati.Gli occupanti han reagito con molta dignità spiegando chi sono e perchè e da quando si trovano in quelle case ricordando ai rambo in divisa che al loro ingresso gli appartamenti erano vuoti da 7 anni e che da 7 anni però il riscaldamento era acceso...essendo l'immobile della regione per 7 anni abbiam pagato il riscaldamento di case vuote e lasciate,allora si,al degrado.Ora gli appartamenti sono sanissimi e vivi e se questi raid vogliono essere una risposta intimidatoria ai successi ottenuti dal movimento di lotta per la casa a Parma sappiano lor signori che non funziona,chi lotta per i diritti essenziali è abituato ad essere infangato e non ha più paura nè della violenza di stato nè di quella mediatica

lunedì 19 dicembre 2016

TROPPE PERSONE SENZA CASA, TROPPE CASE VUOTE. SE NESSUNO INTERVIENE OCCUPARE DIVENTA NECESSITA’

Nella notte di ieri un gruppo di 14 famiglie insieme a 10 singoli è entrato nell’edificio ex Biondi di Borgo San Domenico trovando in questo modo un tetto sotto il quale abitare e costruire il proprio futuro.
Si tratta di persone colpite dalla crisi con perdita del lavoro e che hanno quindi subito lo sfratto senza che nessuno li aiutasse a trovare una sistemazione alternativa accettabile.
Alcune di queste persone hanno subito ben tre sgomberi di polizia, prima in Via Cagliari, poi in Via Zarotto 80 poi l’ex ufficio stranieri della questura in Borgo Riccio.
Questi sgomberi hanno aggravato il problema abitativo in città: ormai il comune si trova ad avere tutte le strutture di accoglienza (dormitori, case d’accoglienza ecc) strapiene, mentre le case popolari sono da sempre in numero insufficiente per far fronte al bisogno. Cosa dovrebbero fare i senza casa? Rassegnarsi a dormire in auto, sotto i ponti, sui treni fermi in stazione o in sala d’aspetto? In case abbandonate e fatiscenti oppure in sovraffollamento con minialloggi che sarebbero troppo piccoli per una famiglia e ne ospitano invece due? 
Questa è la situazione in cui si trovano a Parma in prossimità del Natale 2016 centinaia di persone, italiane o provenienti da altri paesi.