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lunedì 6 ottobre 2014

#10o GENERAZIONI PRECARIE IN MOVIMENTO. MANIFESTAZIONE A ROMA. TUTTI LIBERI!

Il 10 ottobre, nella giornata di mobilitazione degli studenti, i movimenti per il diritto all’abitare saranno impegnati in una manifestazione a piazzale Clodio in occasione dell’udienza per Paolo e Luca, agli arresti domiciliari da quasi 5 mesi, e per diversi attivisti sottoposti all’obbligo di firma per le mobilitazioni contro la precarietà e l'austerity dei mesi scorsi.
Spesso generazioni e culture diverse si sono incontrate dentro le pratiche di riappropriazione di casa, di spazi e reddito in questa città. Una differenza di storie che ha impreziosito le occupazioni abitative, gli spazi sociali e culturali, le strade e le piazze. Nel territorio romano si è così articolata una presenza meticcia composta da differenti generazioni precarie, che hanno intrecciato desideri e bisogni affermando spazi di libertà, reclamando casa, reddito, spazi, cultura, saperi non mercificati, disegnando dal basso una città diversa. Una città antirazzista e antifascista che si batte contro le privatizzazioni, contro gli sfratti e la gentrificazione, contro la distruzione della scuola pubblica e i tagli all'istruzione, alla sanità, ai trasporti.
L’autorevolezza di questi percorsi ha prodotto una stagione esaltante per i movimenti con decine di occupazioni, mobilitazioni, lotte. Ha suscitato però anche una veemente aggressione giudiziaria che con vari provvedimenti intende fermare queste sperimentazioni e questi intrecci. E mentre le procure in tutta Italia si sono adoperate in questo senso, il governo ha varato provvedimenti che modificano in profondità i diritti, dalla casa al lavoro, alla scuola imponendo la precarietà sociale come standard strutturale di vita.

mercoledì 1 ottobre 2014

Sorveglianza speciale ai compagni Torinesi, un ABBRACCIO solidale da Parma

Ci risiamo. A cinque anni dall’ultimo tentativo e a pochi mesi dagli arresti per l’operazione contro la lotta agli sfratti, il Questore di Torino Antonino Cufalo, per anni al fianco di Caselli a Palermo, ha richiesto quattro anni di sorveglianza speciale” per i redattori di //Macerie e storie di Torino// Paolo, Andrea e Fabio.
Qualcuno si ricorderà che già nel 2009, quando Maroni non sapeva che pesci pigliare, Andrea e Fabio erano stati per qualche mese “sorvegliati speciali”. Ora questa mossa questurina raggiunge i nostri mentre si trovano ancora in carcere, una mossa parallela e preventiva, per premunirsi nel caso in cui la Procura torinese dovesse farsi venire qualche scrupolo garantista (cosa di cui, lo diciamo en passant e senza stupore, sembra non esserci pericolo) o non riuscisse a tenerli ingabbiati a sufficienza.

Già perché la sorveglianza speciale è, nell’economia repressiva, una trovata da massimo guadagno e minimo sforzo. Può raggiungere soggetti incensurati, può essere applicata anche solo sulla base di sospetti e senza episodi specifici accertati in sede giudiziaria e colpisce quei soggetti “ritenuti pericolosi per la sicurezza e per la pubblica moralità”. Una categoria in costante aumento, che fa sì che questa misura sia stata, negli ultimi anni, ampiamente utilizzata. Chi si trovi colpito da una tale misura non dovrà destare sospetti sulla sua condotta, dovrà restare a casa da una certa ora della sera a una certa ora della mattina, si vedrà revocare passaporto e a volte anche la patente e non dovrà mai partecipare a riunioni di qualsiasi tipo, o assembramenti pubblici.