Domenica
4 maggio nell’occupazione Hotel Concorde di Firenze la rete Abitare
nella crisi è tornata ad incontrarsi dopo la manifestazione del #12A e
in vista delle prossime mobilitazioni contro il Decreto Lupi, il
cosiddetto “piano casa” che dovrà essere convertito in legge entro il 27
maggio 2014.
Tante le città presenti: Firenze, Roma,
Milano, Torino, Parma, Bologna, Palermo, Pistoia, Bergamo, Pisa e tanti
gli interventi che sono andati a sottolineare la necessità di
un’escalation di iniziative diffuse nei territori con obiettivo di
bloccare il provvedimento governativo fortemente voluto dal ministro
Lupi e sostenuto da una larga maggioranza di forze politiche, PD in
prima linea.
Dopo un confronto decisamente franco in
cui sono confluite le riflessioni sviluppatesi nei territori dopo il
corteo del 12 aprile, ci si è concentrati sulle caratteristiche del
decreto Lupi, sulla sua aggressività e sulle ricadute sociali pesanti ad
esso collegate.
La battaglia dei movimenti non è solo
contro l’odioso articolo 5 ma riguarda l’intero dispositivo che di fatto
cancella l’edilizia residenziale pubblica e disegna un’ipotesi di
politiche abitative utili solo a far ripartire nuove costruzioni e a
produrre nuovi indebitati e ulteriore consumo di suolo.
Questo provvedimento è destinato ad aumentare l’emergenza abitativa e a creare nuovi processi di dismissione del patrimonio pubblico, coinvolgendo migliaia di inquilini, molti occupanti senza titolo, delle case popolari e degli enti coinvolti. Anche le tutele per chi sta subendo uno sfratto, uno sgombero o un pignoramento sono praticamente nulle.
Questo provvedimento è destinato ad aumentare l’emergenza abitativa e a creare nuovi processi di dismissione del patrimonio pubblico, coinvolgendo migliaia di inquilini, molti occupanti senza titolo, delle case popolari e degli enti coinvolti. Anche le tutele per chi sta subendo uno sfratto, uno sgombero o un pignoramento sono praticamente nulle.
Il decreto Lupi, decisamente peggiorato
in sede di commissione, arriverà in aula il 13 maggio e i movimenti
dovranno dislocare in decine di piazze e cortei la disponibilità al
conflitto dimostrata dall’autunno scorso con continuità e coraggio.
Come per il jobs act anche per il
sedicente “piano casa” il governo prevede l’uso dello strumento della
fiducia e quindi ciò che va prodotto deve essere all’altezza della sfida
che ci è stata lanciata.
Un susseguirsi di mobilitazioni quindi
attraverserà nelle prossime settimane tutta Italia a partire dalla
manifestazione di Roma del 12 maggio, e dai cortei del 17 di Palermo,
Firenze e Parma.
L’obiettivo dichiarato è quello di far
retrocedere il governo Renzi dall’aggressione che vuole produrre contro i
movimenti per il diritto all’abitare e da qui rilanciare con nuovo
vigore la minaccia contro il vertice europeo sulla disoccupazione
giovanile di Torino.
Sono proprio i milioni di precari e
precarie, di disoccupati/e a cui viene negato ogni accesso al diritto
alla casa a dover rispondere con maggiore rabbia ad un decreto criminale
che affianca il provvedimento approvato di riforma del lavoro. I
movimenti per il diritto all’abitare, contro la precarietà e l’austerity
ripartono dai territori, pronti a risalire la penisola verso Torino,
forti di un percorso sociale di riappropriazione di casa e di reddito.
I diritti si conquistano a spinta!
Abitare nella crisi
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