domenica 14 novembre 2010

Per avere una casa non serve un miracolo … serve la Rete diritti in casa!


La Rete diritti in casa occupa la canonica della parrocchia di Martorano con una famiglia in emergenza abitativa.

Stamattina la Rete diritti in casa ha sostenuto la famiglia di Mohamed Laynef nell’occupazione della canonica della parrocchia di Martorano.

Mohamed e sua moglie vivono sulla loro pelle la precarietà del lavoro e dei diritti che caratterizza oggi la vita dei migranti, pur vivendo in Italia da oltre trent’anni con tre figli nati in Italia: non hanno un lavoro stabile da due anni, non riescono a sostenere i prezzi del mercato immobiliare privato, e nonostante ciò non riescono ad ottenere una casa popolare. Per di più il tetto della casa in via Emilio Lepido 103, in cui vivevano da tre anni, è crollato sulle loro teste a causa delle ultime piogge. Questo ha inasprito ancora di più la loro emergenza abitativa.

L’unica soluzione proposta fino ad oggi dai Servizi Sociali di Parma è stata la divisione del nucleo familiare, con la moglie e il figlio minorenne in dormitorio e gli uomini in strada, oppure il ritorno della famiglia in Tunisia, nonostante la cittadinanza italiana dei bambini. Soluzioni inaccettabili per chi vorrebbe conservare l’unità e la serenità della famiglia.

Mohamed ha deciso di entrare nella canonica di Martorano, abbandonata da diversi anni, perché gli venisse riconosciuto il diritto ad una vita dignitosa che non può prescindere dall’avere un tetto sulla testa.


Dopo diverse ore di trattativa, la famiglia ha deciso di lasciare la casa grazie all’intervento della Caritas che si è impegnata a trovare una soluzione definitiva per tutti i componenti del nucleo familiare. Fino ad allora verranno ospitati presso l’Hotel Leon d’Oro a spese della Caritas.

Così facendo la Curia diocesana di Parma ha dato un chiaro e pratico esempio alla cittadinanza ed alla giunta comunale, spesso miope di fronte ai casi più drammatici di violazione dei diritti e impossibilità all’emancipazione di famiglie di culture e origini differenti, di come l’emergenza abitativa sia una problematica della quale bisogna assumersi collettivamente la responsabilità.

La Rete diritti in casa si impegna a monitorare l’evoluzione della situazione abitativa della famiglia Laynef e nel frattempo verificherà la coerenza finora dimostrata dalla Curia, perché la carità cristiana non sia solo un argomento di predica ma una pratica reale.

All’occupazione di via Bengasi, quindi segue l’occupazione di stamane che ricorda alla Prefettura che l’emergenza abitativa è tutt’altro che finita. E’ chiaro quindi che urgono risoluzione reali, pratiche e rapide per tutti cittadini, che possono essere affrontate solo con chi ogni giorno si confronta con quella fetta di popolazione colpita dagli sfratti e che inventa nuove pratiche di resistenza alla crisi e per il diritto alla dignità.

Rinnoviamo quindi l’invito alle Istituzioni all’apertura immediata di un tavolo di emergenza in cui si affronti il problema abitativo a Parma.

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