sabato 28 novembre 2009

Progetto Abitare Sociale

Tratto dal dossier dei progetti che si svilupperanno nello stabile occupato di via Guastalla,3


Innanzitutto vogliamo restituire importanza a due termini spesso utilizzati impropriamente.

Secondo il Comitato di coordinamento europeo dell’alloggio sociale (CECODHAS) “abitare sociale” (social housing) significa offrire “alloggi e servizi con forte connotazione sociale, per coloro che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato (per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata) cercando di rafforzare la loro condizione”,.

Questa definizione viene smentita dalla nostra amministrazione comunale quando avvia dei progetti che nulla hanno a che fare con gli “alloggi con forte connotazione sociale”. Due di questi, i più rappresentativi, sono Parmabitare e Casadesso che si propongono di agevolare i costruttori a edificare case affittabili ad un prezzo più basso di quello di mercato. Sono progetti che si riferiscono a fasce di popolazione in difficoltà come i nuclei mono genitoriali, le giovani coppie e i lavoratori in mobilità. Ma il prezzo (più di 340 euro per un monolocale) non è tanto più basso di quello di mercato, così i soggetti a cui i progetti si riferiscono non possono accedervi.

Ma la crisi economica ci ha mostrato anche la faccia nascosta del lavoro contemporaneo. Centinaia di migliaia di precari, sia italiani che migranti, hanno perso il posto di lavoro senza poter usufruire di nessun ammortizzatore sociale, tantomeno dell’accesso ai bandi di Edilizia Residenziale Sociale, per i quali diventa vincolante avere un lavoro. Neanche le statistiche ufficiali li considerano tra i 577 mila che dall’inizio dell’anno hanno perso l’occupazione, per la maggior parte di loro è solo scaduto il contratto e non è stato più rinnovato. Senza considerare tutta quella fetta di lavoratori in nero che il contratto di lavoro non l’hanno mai avuto. E’ il caso degli occupanti di questo stabile, studenti/lavoratori e migranti/lavoratori, che non hanno nessun tipo di riconoscimento per la loro difficile situazione, e che per questo hanno deciso di riprendere uno spazio abbandonato e di autorecuperarlo, affinché torni ad essere un luogo in cui poter vivere dignitosamente.

I migranti

Non è solo la crisi e l’inefficienza dei progetti comunali ad aver aggravato la situazione dei precari, in particolare migranti, oggi in Italia. A peggiorare tale scenario vi è l’introduzione del “pacchetto sicurezza” contenente norme che vincolano il rinnovo del permesso di soggiorno alla condizionedell’alloggioche deve essere “conforme ai requisiti igienico-sanitari, nonché di idoneità abitativa, accertati dai competenti uffici comunali”. Nel caso in cui l'immobile venga giudicato inidoneo non si potrà ottenere o mantenere la residenza, con una serie di gravi implicazioni: impossibilità di accedere alle prestazioni di sostegno al reddito, di partecipare alle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi, di accedere agli asili nido o all’assistenza sanitaria.

Gli studenti universitari fuori sede

A fronte di una popolazione di circa 26000 studenti universitari dell’Ateneo di Parma, circa 18000 sono fuori sede. Per loro i posti letto messi a disposizione dall’Er.Go, a canoni di affitto calmierato, e non gratuito, sono solo 691. Per accedere al bando di assegnazione di tali alloggi, uno “studente indipendente” deve dimostrare di avere un reddito da lavoro non inferiore a € 7.077,15. Ma con il dilagare di contratti a progetto, a tempo determinato o a chiamata, e con il diffondersi di stage e tirocini totalmente gratuiti, come può uno studente essere in possesso di questo requisito? Per non parlare di tutti quegli studenti che lavorano in nero soprattutto nella ristorazione, fiore all’occhiello dell’economia parmigiana.

Questo ci dimostra che in Italia il sistema di welfare, e nello specifico tutti i progetti anticrisi sviluppati dal nostro Comune, sono inadeguati e inconsistenti. Abbiamo deciso di iniziare a riscrivere dal basso un sistema di welfare che ci renda indipendenti dalla povertà e dallo sfruttamento e vogliamo farlo iniziando a riprenderci il nostro diritto ad avere un’abitazione dignitosa.

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