Sulla Gazzetta di Parma di ieri, martedì 10 luglio spiccava un articolo di approfondimento sul mercato immobiliare nel quale diversi operatori si sono espressi positivamente per la ripresa delle compravendite e del mercato degli affitti. L’ottimismo espresso nell’articolo stride drammaticamente con la realtà di coloro che nelle case vorrebbero abitare ma che ad una casa non riescono ad accedere. Il mercato in effetti si muove ma per soddisfare le esigenze speculative di chi investe nel mattone e acquista alloggi da “mettere a reddito” come dicono gli stessi operatori o per dare al limite un alloggio a chi si trova in condizione di garantire coperture economiche perl’acquisto di una prima casa. Gli alloggi non ci sono invece per tutti coloro che si trovano in una condizione di precarietà lavorativa grazie al jobs act di Renzi, a chi lavora a termine o con uno delle centinaia di tipologie di contratti senza garanzie introdotti per spremere al massimo i lavoratori.Si dice che ci sia anche la ripresa dell’economia e che si riesca a trovare lavoro ma si tratta sempre di lavoro sottopagato e precario che non dà nessuna garanzia.Lo sanno bene B.S., A.L. e B.R. che nonostante lavorino con contratti a termine, si sono vist irifiutare da decine di agenzie immobiliari o da privati proprietari la possibilità di accedere a un alloggio in affitto e sono costretti a resistere con i denti ai tentativi di sfratto negli alloggi in cui sitrovano con le loro famiglie, aiutati in questo dai picchetti antisfratto messi in atto dalla Rete Dirittiin Casa supportata da studenti solidali.
Il mercato immobiliare dell’affitto non sembra per niente interessato al destino dei lavoratori precari ma sembra piuttosto attratto dalle nuove piattaforme di locazione temporanea come AirBnB che garantiscono ai proprietari maggiori entrate a fronte di minori vincoli, fenomeno questo che sta portando alla gentrificazione dei centri cittadini e alla esclusione di poveri e migranti dall’accesso a un alloggio per vivere.A fronte di questo sta la gravissima carenza di alloggi ERP e di altre strutture di accoglienza pubbliche per le famiglie e per i singoli sfrattati e senza casa. Si paga oggi più che mail’immobilismo delle amministrazioni cittadine che negli anni del boom edilizio spendevano gli introiti degli oneri di urbanizzazione per grandi, costose e inutili opere invece che per consolidare il patrimonio immobiliare pubblico. Allo stesso modo si deve constatare l’insufficienza delle timide operazioni messe in atto dall’amministrazione Pizzarotti per alleviare il problema.In Provincia di Parma permangono circa 50.000 alloggi sfitti che sono un insulto alla povertà e a chi ha bisogno di casa. Di fronte alla povertà conseguente alla precarietà dominante occorre rifiutare la guerra tra poveri imposta da questo governo che indica nei migranti la causa di tutti i mali. La povertà si combatte ridistribuendo la ricchezza perché è chiaro che c’è chi dalla crisi, dallo sfruttamento e dalla speculazione ha tratto enormi vantaggi e che siamo di fronte a una polarizzazione sempre più netta della ricchezza, con ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.Per garantire a tutti il diritto all’abitare le case ci sono già: basterebbe redistribuire una parte di quelle dei grandi proprietari immobiliari, delle banche e degli speculatori. Ai lavoratori e agli sfruttati che credono nel cosiddetto governo del cambiamento ricordiamo che con la riduzione dei vitalizi o delle pensioni d’oro non si portano a casa che poche briciole. La grana sta nelle tasche de ipadroni e degli speculatori. L’attacco ai migranti viene usato come arma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dalla vera sostanza che è la cruda realtà della guerra di classe che i padroni stanno conducendo contro gli sfruttati di tutto il mondo.E’ ora di svegliarsi
Rete diritti in casa parma
Nessun commento:
Posta un commento