Tra
i tanti argomenti contro i migranti
usati dai mass media in cerca di audience e dai vari
populisti/razzisti/fascisti in cerca di facile consenso, quello sull’accesso
all’abitazione è uno dei più utilizzati e tra i più conditi di falsità che
contribuiscono ad alimentare razzismo e guerra tra poveri.
Guardando
in faccia la realtà, i migranti sono oggi tra i soggetti che hanno più
difficoltà ad accedere all’alloggio: le banche non concedono mutui alle
famiglie di migranti così anche i nuclei più inseriti e stabilizzati possono
ricorrere solo alla ricerca di alloggi in affitto. Se abbiniamo a questa
considerazione il fatto che le famiglie italiane sono invece per la grande
maggioranza proprietarie dell’alloggio in cui vivono (72%) risulta chiaro il
perché il mercato della locazione è affollato soprattutto da migranti.
Il
mercato privato ha poi un atteggiamento selvaggio rispetto alla domanda di
abitazione da parte dei migranti e da parte dei poveri in generale: per avere
accesso a una locazione spesso non basta un solo contratto di lavoro stabile,
mentre il rifiuto è garantito per tutte le situazioni in cui il contratto di
lavoro è precario, non ben remunerato, a termine ecc.. A questo bisogna
aggiungere il fatto che per tanti proprietari c’è un plus di discriminazione
razziale e il “non si affitta a stranieri” anche se non è scritto
esplicitamente sugli annunci è spesso tradotto nella realtà dei fatti con un
“abbiamo già affittato” quando a rapportarsi allo sportello dell’agenzia è un
immigrato. Il mercato della locazione è poi stato stravolto dalla diffusione di
Air B&B che sottrae la disponibilità di alloggi per gli affitti a lungo
termine per destinarli agli utilizzi a fini turistici o per affitti di breve
periodo
Ai più poveri, italiani e migranti che siano,
rimangono quindi spesso solo i tuguri, le case non affittabili, le cantine, gli
affitti a posto-letto, il tutto a canoni esorbitanti e spesso al nero. Vista
l’incapacità del mercato privato a soddisfare il bisogno di casa, e normale che
molte siano le domande di accesso degli stranieri alla casa popolare:
nell’ultimo bando per gli alloggi ACER a Parma gli stranieri che hanno
presentato richiesta sono stati il 70% circa del totale. Questo non significa
però che gli stranieri siano agevolati nelle assegnazioni, anzi è vero l’esatto
contrario: innanzitutto per beneficiare dell’assegnazione devono essere in
possesso di un contratto di lavoro (requisito non richiesto ai cittadini
italiani). Inoltre i migranti sono discriminati dall’attribuzione del punteggio
perché praticamente in tutti i regolamenti comunali per la definizione delle
graduatorie sono privilegiati coloro che risiedono da più tempo nel territorio
rispetto a chi viene da fuori. Inoltre i migranti non hanno nemmeno la possibilità di presentare
la domanda se non risultano residenti da almeno 3 anni in Regione o se titolari
di un permesso di soggiorno di durata inferiore a quella biennale.
Evidentemente
i migranti non sono privilegiati ma sfavoriti nell’assegnazione delle case
popolari pur essendo una categoria debole che non può contare sugli appoggi della rete famigliare
cosa che invece spesso è possibile per i giovani autoctoni in difficoltà
economica. Il fatto che si dica che “gli immigrati ci rubano la casa” è quindi
una porcheria politica degna dei peggiori razzisti. Gli stessi che dicono
questo ben si guardano dal far notare che le politiche pubbliche per le
abitazioni a canone sociale sono praticamente nulle anche a fronte all’esplosione
del problema abitativo (le case popolari in Italia sono solo il 4% del totale
degli alloggi mentre per esempio in Francia sono il 20% e in olanda il 48%) ,
con politiche praticamente identiche messe in atto da governi di destra o di
centro sinistra. Chi aizza la guerra tra poveri per l’accesso alla casa non
dice che in Italia ci sono quasi 3 milioni di alloggi non utilizzati: a Parma
sono, secondo una ricerca dell’agenzia Solo Affitti, ben 50.000 le case vuote,
un patrimonio molto più che sufficiente a dar risposta ai circa 2.000 nuclei
che si trovano nella lista d’attesa per l’assegnazione delle case popolari. Tra
questi 50.000 alloggi vuoti basterebbe requisire quelli che sono di proprietà
di banche, assicurazioni o di grandi proprietari immobiliari e avremmo già
risolto il problema della casa a Parma.
I fascisti e gli altri razzisti di varia natura preferiscono prendersela
con i più poveri, con gli ultimi della catena sociale invece che con i più
forti, con i padroni della città e dell’economia. E’ stata sempre una loro
caratteristica.
Dobbiamo
tutti considerare che le migrazioni sono un fenomeno inarrestabile, crudele
conseguenza delle politiche di depredazione economica messo in atto dalle
economie e dai governi dei paesi a capitalismo avanzato a danno dei paesi del
cosiddetto sud del mondo, prima colonizzati ed ora controllati con il sostegno a governi dittatoriali
asserviti alle esigenze dei paesi più avanzati, Italia compresa. Le migrazioni
mettono a nudo queste enormi contraddizioni e ognuno è posto davanti a una
scelta fondamentale. Unirsi ai dannati della terra nelle lotte del quotidiano,
dalla lotta per la casa alla lotta per il reddito, una vita degna e per un
nuovo internazionalismo strappando la ricchezza ai padroni delle città e
dell’economia oppure far declinare la società verso un nuovo genocidio. Noi abbiamo scelto da che parte stare
RETE DIRITTI IN CASA PARMA
SPORTELLO PER IL DIRITTO ALL’ABITARE,
CONTRO SFRATTI, PIGNORAMENTI E DISTACCHI OGNI MARTEDI’ DALLE 18.30 ALLE 21.00
PRESSO CASA CANTONIERA VIA MANTOVA 24
DIRITTINCASA.BLOGSPOT.IT
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