Piccoli
camaleonti crescono. E per cambiar colore cambiano le felpe. E forse è
proprio da questa considerazione che bisogna partire per capire cos’è
successo sabato 28 a Piazza del Popolo. L’elemento che ha maggiormente
colpito di questa trasferta romana della Lega è stato lo smaccato
trasformismo degli irriducibili padani del ”Roma ladrona” tramutatisi
improvvisamente in fan della città eterna. Nel corteggiamento nei
confronti della capitale, da sempre identificata come il covo della
corruzione e del malaffare, non è mancato “Roma è una città civile, una
città stupenda, colorata, arrabbiata ma pacifica”. Ma l’improvvisa
infatuazione capitolina altro non è che uno degli effetti del cambio di
colore del camaleonte: autonomia, federalismo, indipendentismo padano,
la demonizzazione di un Sud ozioso e parassita hanno strategicamente
ceduto il passo ad un decisamente più funzionale nazionalismo, coltivato
all’ombra delle Le Pen in fiore.
Vuoi mettere la presa di un nero, di
un maghrebino, di un musulmano come nemico da incoronare rispetto ad un
insipido ”terun napoletano”? Bisogna stare al passo coi tempi, tendere
l’orecchio al borbottio delle pance delle masse; e cosa vuoi che
attecchisca di più nelle viscere di un italiano impoverito e frustrato
dell’odio verso l’immigrato che gli ruba il lavoro? La ricetta vincente è
scegliere un nemico più lontano e numericamente molto più consistente,
affinché numericamente molto più consistente diventi anche il consenso
politico e l’armata Brancaleone dei difensori della patria. Poi c’è
l’Islam, che anche quello aiuta: basta fare un po’di gioco delle tre
carte tra jidahisti, profughi e clandestini ed ecco che i barconi
diventano agli occhi dell’italiano, già diffidente di suo, le navette
del Califfato.
Nel gioco delle tre carte, il K.O Game e l’arrivo di 350 profughi che
scappano dalle guerre si fondono creando il pretesto utile alla Lega per
scendere in piazza, in una Parma che ormai è diventata un ”far west”,
per reclamare sicurezza. Sicurezza che, secondo il buon Fabio Rainieri
(segretario della Lega Nord Emilia), verrebbe messa a repentaglio dal
bando pubblicato dalla prefettura per l’accoglienza di queste persone.
Consapevoli del fatto che alla base di una società sicura ci sia la
giustizia sociale, non possiamo fare altro che scendere in piazza contro
chi discrimina seminando odio e paura .
Chiediamo a gran voce che i fondi vengano investiti realmente
nell’accoglienza senza dare opportunità agli speculatori di turno di
arricchirsi sulla pelle di centinaia di uomini e donne; chiediamo,
inoltre che il monitoraggio dell’ utilizzo di questi finanziamenti venga
sottoposta alla supervisione dei progetti e delle associazioni
antirazziste che da anni lavorano realmente con i migranti e le
migranti.
Pertanto, invitiamo la parte giusta della città, quella
antirazzista, antisessista, antifascista e solidale, a prendere parte al
presidio di sabato sette marzo alle ore 10 in piazza Garibaldi.
ARTLAB OCCUPATO, RETE DIRITTI IN CASA, ASS. PERCHè NO?, AZIONE CIVILE, CASA CANTONIERA AUTOGESTITA
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