lunedì 28 aprile 2014

Costruiamo territori meticci e resistenti, riprendiamoci casa, reddito e dignità!

Il quartiere di Tor Sapienza è al centro di un processo di riconversione economica e urbanistica fortemente speculativa e distante dai bisogni espressi da chi lo abita.
Un territorio complesso e pieno di contraddizioni, un tempo ad alta vocazione produttiva, con decine di fabbriche ormai chiuse da oltre 30 anni, di cui rimane una forte traccia nei relitti urbani, nell’inquinamento dell’area, nelle relazioni sociali.
Una periferia faticosa da raggiungere a causa di una mobilità inadeguata, fortemente inquinata, con poco verde, servizi, spazi di socialità e cultura.
Un territorio con un alto tasso di disoccupazione giovanile e dove le piccole attività artigianali e produttive vengono attaccate dalla grande distribuzione, che sta prendendo il posto delle fabbriche insieme a centinaia di nuove costruzioni che nessuno abiterà, ma dalle quali la rendità trarrà profitti a danno di tutto quello che ci vive intorno.
Non sfugge a nessuno per esempio il contrasto, su via De Chirico/via Morandi, tra la corte di case popolari più grande d’Europa, dove migliaia di giovani precari e disoccupati vivono in sovraffollamento a casa dei genitori e i cantieri intorno, a partire dal complesso residenziale con centinaia di appartamenti di Caltagirone destinati a rimanere per larga parte invenduti.
Mentre i privati aggrediscono un territorio con cemento e nuova precarietà lavorativa, il governo Renzi e l’amministrazione Marino trovano una nuova ricetta tutta securitaria e repressiva per pacificare le periferie, con un piano sicurezza che prevede nuovi presidi di polizia, quello di Tor Sapienza in uno stabile di proprietà pubblica, l’ex scuola di via Appiani. Uno dei tanti immobili tenuti colpevolmente vuoti dall’amministrazione e che dovrebbero essere invece restituiti ai territori come spazi socialmente utili.

Convinti che la sicurezza passi per la conquista di diritti oggi messi fortemente sotto attacco dai provvedimenti del governo Renzi in materia di casa e lavoro, vogliamo costruire territori meticci e solidali per resistere alle politiche di austerity e riappropriarci della città e delle nostre vite.
A partire dal decreto Lupi, impropriamente definito piano casa, che stabilisce sostanzialmente la fine di qualunque previsione di edilizia sociale, affidando alle banche e alle cooperative cospicui finanziamenti per continuare a erogare mutui e a costruire, nonostante le decine di migliaia di appartamenti vuoti già esistenti.
E chi non ce la fa e prova ad organizzarsi per difendersi dagli sfratti, chi riconquista un diritto occupando immobili vuoti e aree prossime alla speculazione, realizzando di fatto una rigenerazione urbana socialmente sostenibile, viene punito con l’art. 5, con la negazione della residenza e l’impossibilità di allacciare le utenze.
Proprio a partire dalla periferia est di Roma, dagli spazi a cui abbiamo ridato vita dentro questo territorio, dalle occupazioni abitative, dagli sportelli metropolitani, attraverso le iniziative sociali e culturali vogliamo rilanciare la nostra ferma opposizione al decreto Lupi e al Jobs Act e la sfida a costruire nuovi momenti di confronto e di conflitto per riaffermare il nostro diritto alla città, alla casa, al reddito e alla dignità!
Mercoledì 30 aprile ore 17 assemblea in via Carlo Balestrini 34 con la Rete Diritti in Casa_Parma, NoExpo 2015, movimenti per il diritto all’abitare, realtà territoriali
Sabato 3 maggio ore 17 corteo da viale G. Morandi a piazza De Cupis 
Blocchi Precari Metropolitani – Resistenza Abitativa Metropolitana

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