Un territorio complesso e pieno di contraddizioni, un
tempo ad alta vocazione produttiva, con decine di fabbriche ormai
chiuse da oltre 30 anni, di cui rimane una forte traccia nei relitti
urbani, nell’inquinamento dell’area, nelle relazioni sociali.
Una periferia faticosa da raggiungere a causa di una
mobilità inadeguata, fortemente inquinata, con poco verde, servizi,
spazi di socialità e cultura.
Un territorio con un alto tasso di disoccupazione
giovanile e dove le piccole attività artigianali e produttive vengono
attaccate dalla grande distribuzione, che sta prendendo il posto delle
fabbriche insieme a centinaia di nuove costruzioni che nessuno abiterà,
ma dalle quali la rendità trarrà profitti a danno di tutto quello che ci
vive intorno.
Non sfugge a nessuno per esempio il contrasto, su via
De Chirico/via Morandi, tra la corte di case popolari più grande
d’Europa, dove migliaia di giovani precari e disoccupati vivono in
sovraffollamento a casa dei genitori e i cantieri intorno, a partire dal
complesso residenziale con centinaia di appartamenti di Caltagirone
destinati a rimanere per larga parte invenduti.
Mentre i privati aggrediscono un territorio con
cemento e nuova precarietà lavorativa, il governo Renzi e
l’amministrazione Marino trovano una nuova ricetta tutta securitaria e
repressiva per pacificare le periferie, con un piano sicurezza che
prevede nuovi presidi di polizia, quello di Tor Sapienza in uno stabile
di proprietà pubblica, l’ex scuola di via Appiani. Uno dei tanti
immobili tenuti colpevolmente vuoti dall’amministrazione e che
dovrebbero essere invece restituiti ai territori come spazi socialmente
utili.
Convinti che la sicurezza passi per la conquista di
diritti oggi messi fortemente sotto attacco dai provvedimenti del
governo Renzi in materia di casa e lavoro, vogliamo costruire territori
meticci e solidali per resistere alle politiche di austerity e
riappropriarci della città e delle nostre vite.
A partire dal decreto Lupi, impropriamente definito
piano casa, che stabilisce sostanzialmente la fine di qualunque
previsione di edilizia sociale, affidando alle banche e alle cooperative
cospicui finanziamenti per continuare a erogare mutui e a costruire,
nonostante le decine di migliaia di appartamenti vuoti già esistenti.
E chi non ce la fa e prova ad organizzarsi per
difendersi dagli sfratti, chi riconquista un diritto occupando immobili
vuoti e aree prossime alla speculazione, realizzando di fatto una
rigenerazione urbana socialmente sostenibile, viene punito con l’art. 5,
con la negazione della residenza e l’impossibilità di allacciare le
utenze.
Proprio a partire dalla periferia est di Roma, dagli
spazi a cui abbiamo ridato vita dentro questo territorio, dalle
occupazioni abitative, dagli sportelli metropolitani, attraverso le
iniziative sociali e culturali vogliamo rilanciare la nostra ferma
opposizione al decreto Lupi e al Jobs Act e la sfida a costruire nuovi
momenti di confronto e di conflitto per riaffermare il nostro diritto
alla città, alla casa, al reddito e alla dignità!
Mercoledì 30 aprile ore 17 assemblea in via
Carlo Balestrini 34 con la Rete Diritti in Casa_Parma, NoExpo 2015,
movimenti per il diritto all’abitare, realtà territoriali
Sabato 3 maggio ore 17 corteo da viale G. Morandi a piazza De Cupis
Blocchi Precari Metropolitani – Resistenza Abitativa Metropolitana
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