mercoledì 16 aprile 2014

ANALISI E VALUTAZIONI SUL #12A


E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile.

Torniamo da Roma un po' ammaccati ma molto contenti.
Nel nostro piccolo abbiamo osato, ci siamo mossi con tantissimi migranti, occupanti e sfrattati, alla prima o alla seconda esperienza di piazza.
Insieme a noi c'erano studenti, lavoratori e alcuni ragazzi di collettivi di movimento, con cui condividiamo le lotte sul territorio tutti i giorni. Una composizione meticcia per il colore della pelle, per l'età, per l'estrazione sociale, per l'identità politica.
Ci siamo posizionati nello spezzone iniziale, al fianco dei nostri fratelli di Abitare nella Crisi, con i quali condividiamo le lotte per il diritto alla casa.
E' stata una giornata di lotta dura, è stata una giornata di sollevazione, è stata una giornata di rivolta.
I tavoli ci sono stati dopo il 19 Ottobre e abbiamo visto a cosa hanno portato, è finito il tempo delle mediazioni, i diritti devono essere per tutti, e l'art. 5 del piano casa dimostra come la nostra controparte sia formata da barbari senza scrupoli.

Sinceramente dopo le cariche eravamo preoccupati che la repressione potesse vincere, che i migranti si spaventassero, che le sirene della polizia coprissero le nostre urla di rabbia.
Tutt'altro! Alla violenza della polizia tutti hanno reagito con orgoglio e determinazione. Tutti chiedono quando sarà la prossima volta, convinti che ci faremo trovare meno impreparati. Evidentemente chi non ha nulla da perdere non ha nulla da temere. Questo a nostro parere è il dato più rilevante della giornata, che ci ha sorpreso non poco. Esiste una moltitudine non ideologizzata che agisce direttamente nel segno della solidarietà, dell'azione diretta e del mutuo soccorso: sono i nostri compagni con cui lottiamo tutti i giorni per la città. E i metodi, anche i più duri, non sono occasione di divisione per nessuno, perché si è creato quel rapporto di fiducia reciproca che elimina gli egoismi e le presunzioni.
Sul resto tanti hanno parlato e poco ci sentiamo di aggiungere.
Non è il numero il fattore centrale di una manifestazione. Milioni manifestarono a Roma contro la guerra ma la guerra si fece comunque, mentre bastarono poche centinaia di persone per prendere la Bastiglia. Il numero è uno dei fattori, e se è vero che la partecipazione è stata minore rispetto al 19 ottobre, è aumentata di molto la qualità dei partecipanti. Nessuno si è smarcato da quello che è successo. E' aumentata la qualità delle pratiche, dell'assedio prima di tutto. Il lavoro è chiaramente ancora tanto, ma siamo già ad un ottimo punto e dal 19 Ottobre ad oggi la mobilitazione è cresciuta tanto sui territori, e questo è molto più importante che un qualche migliaio di persone in più in piazza.
Le critiche le accettiamo solo da chi condivide con noi i percorsi di lotta, perché come dice Bertolt Brecht “chi rimane in casa quando inizia la battaglia e lascia la lotta agli altri dovrà stare attento, perché chi non condivide la lotta condivide la sconfitta. E la lotta è evitata solo da chi vuole evitarla. Dunque chi non lotta per la propria causa lotta per la causa nemica”.

Convinti che la strada sia quella giusta, nonostante la salita rimanga ripida, continuiamo nel solco tracciato negli ultimi mesi, sempre più risoluti e sempre più numerosi, e se il governo vuole farci la guerra gli consigliamo di prepararsi bene.

Ci rivediamo il 1 Maggio nelle città

Tutte liberi!

Rete Diritti in Casa

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