E'
ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il
possibile.
Nel
nostro piccolo abbiamo osato, ci siamo mossi con tantissimi migranti,
occupanti e sfrattati, alla prima o alla seconda esperienza di
piazza.
Insieme
a noi c'erano studenti, lavoratori e alcuni ragazzi di collettivi di
movimento, con cui condividiamo le lotte sul territorio tutti i
giorni. Una composizione meticcia per il colore della pelle, per
l'età, per l'estrazione sociale, per l'identità politica.
Ci
siamo posizionati nello spezzone iniziale, al fianco dei nostri
fratelli di Abitare nella Crisi, con i quali condividiamo le lotte
per il diritto alla casa.
E'
stata una giornata di lotta dura, è stata una giornata di
sollevazione, è stata una giornata di rivolta.
I
tavoli ci sono stati dopo il 19 Ottobre e abbiamo visto a cosa hanno
portato, è finito il tempo delle mediazioni, i diritti devono essere
per tutti, e l'art. 5 del piano casa dimostra come la nostra
controparte sia formata da barbari senza scrupoli.
Sinceramente
dopo le cariche eravamo preoccupati che la repressione potesse
vincere, che i migranti si spaventassero, che le sirene della polizia
coprissero le nostre urla di rabbia.
Tutt'altro!
Alla violenza della polizia tutti hanno reagito con orgoglio e
determinazione. Tutti chiedono quando sarà la prossima volta,
convinti che ci faremo trovare meno impreparati. Evidentemente chi
non ha nulla da perdere non ha nulla da temere. Questo a nostro
parere è il dato più rilevante della giornata, che ci ha sorpreso
non poco. Esiste una moltitudine non ideologizzata che agisce
direttamente nel segno della solidarietà, dell'azione diretta e del
mutuo soccorso: sono i nostri compagni con cui lottiamo tutti i
giorni per la città. E i metodi, anche i più duri, non sono
occasione di divisione per nessuno, perché si è creato quel
rapporto di fiducia reciproca che elimina gli egoismi e le
presunzioni.
Sul
resto tanti hanno parlato e poco ci sentiamo di aggiungere.
Non
è il numero il fattore centrale di una manifestazione. Milioni
manifestarono a Roma contro la guerra ma la guerra si fece comunque,
mentre bastarono poche centinaia di persone per prendere la
Bastiglia. Il numero è uno dei fattori, e se è vero che la
partecipazione è stata minore rispetto al 19 ottobre, è aumentata
di molto la qualità dei partecipanti. Nessuno si è smarcato da
quello che è successo. E' aumentata la qualità delle pratiche,
dell'assedio prima di tutto. Il lavoro è chiaramente ancora tanto,
ma siamo già ad un ottimo punto e dal 19 Ottobre ad oggi la
mobilitazione è cresciuta tanto sui territori, e questo è molto più
importante che un qualche migliaio di persone in più in piazza.
Le
critiche le accettiamo solo da chi condivide con noi i percorsi di
lotta, perché come dice Bertolt Brecht “chi
rimane in casa quando inizia la battaglia e lascia la lotta agli
altri dovrà stare attento, perché chi non condivide la lotta
condivide la sconfitta. E la lotta è evitata solo da chi vuole
evitarla. Dunque chi non lotta per la propria causa lotta per la
causa nemica”.
Convinti
che la strada sia quella giusta, nonostante la salita rimanga ripida,
continuiamo nel solco tracciato negli ultimi mesi, sempre più
risoluti e sempre più numerosi, e se il governo vuole farci la
guerra gli consigliamo di prepararsi bene.
Ci
rivediamo il 1 Maggio nelle città
Tutte
liberi!
Rete
Diritti in Casa
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