venerdì 7 marzo 2014

Dibattito sul gioco d'azzardo e presentazione del libro Vivere Senza Slot

Parlare di gioco d'azzardo per riflettere sulla nostra società. Ma anche per capire come agire concretamente, come distruggere il senso di normalità che circonda questo fenomeno, come ribellarsi a questa ingiustizia.
In un periodo di crisi come questo, a mangiare i soldi ci sono già le banche e i governi, allora perchè questo boom delle macchinette mangiasoldi? Come questa schiavitù si lega alle altre presenti sulla nostra società? Chi ha interesse all'impoverimento generalizzato che le macchinette producono? Su quali valori si basano e come influiscono nella nostra società?
E' questo che proviamo a fare con i ragazzi del Collettivo Senza Slot e con Leonardo Montecchi, evitando moralismi e risposte facili preferendo centrare la questione sull'aspetto sociale, politico e umano del problema.



Il collettivo Senza Slot nasce nel cuore della ricca e alacre Lombardia, precisamente a Pavia, considerata “la capitale italiana delle slot machine”. Qui la crisi colpisce duro: emergenza casa, emergenza lavoro, emergenza ‘ndrangheta ed emergenza slot. E se si trattasse soltanto di aspetti diversi del declino?

Quattro trentenni, un po’ per esperimento, un po’ per attivismo, decidono di occuparsi della questione usando gli strumenti e i linguaggi dei social network e delle lotte giovanili. Due di loro sono informatici e creano un sito, SenzaSlot.it dove si ragiona su cosa c’è dietro al gioco, su quali sono gli interessi che muovono la grande macchina “mangiauomini” e si dice chiaro e forte che l’azzardo non è un gioco, ma una schiavitù. A Pavia si forma un fronte variegato che lo scorso 18 maggio ha percorso le vie della città in una manifestazione nazionale di protesta. In Italia contribuisce a fare rete tra chi si dà da fare sul tema della lotta contro il gioco d’azzardo (alcuni esempi tra i tanti: Libera, la comunità di S. Benedetto al Porto di Genova, il Nuovo Cinema Palazzo a Roma). La lobby dell’azzardo legalizzato prende le contromisure e presenta un esposto che sembra accusare il Collettivo di essere niententepopodimenoché… una banda di terroristi! La risposta del Collettivo è un libro: Vivere senza slot. Storie sul gioco d’azzardo tra ossessione e resistenza.

Leonardo Montecchi è uno Psichiatra direttore della scuola di prevenzione Josè Bleger. La scuola nasce da un impegno collettivo, da un progetto generale di nuova socialità che ha le sue radici nella pratica di lotta e di antagonismo sociale, nata alla fine degli anni sessanta.
Il mandato sociale che la scuola assume risente di una scelta che pone al di fuori di ogni logica di normalizzazione e di controllo per privilegiare il processo di liberazione e di cambiamento.
La concezione della prevenzione nella prospettiva della Psicologia Sociale Analitica si basa sui legami che si creano tra individuo, il suo gruppo, le istituzioni a cui fa riferimento e l’organizzazione comunitaria nel suo complesso.

Ci sarà la possibilità di comprare il libro Vivere Senza Slot.
Terminato il dibattito ci sarà un apericena di autofinanziamento con cibo (anche vegan) e bere a prezzi popolari!

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