Decine di
attivisti del movimento per il diritto alla casa a Roma e decine di
disoccupati del movimento Precari Bros a Napoli sono stati vittime di
misure cautelari: sette arresti domiciliari e dieci obblighi di firma
a Roma, dieci arresti domiciliari e 15 obblighi di dimora a Napoli.
L’obiettivo è colpire un movimento che costituisce un grave
pericolo per il potere che a colpi di austerity e controllo tenta di
non far scoppiare il tappo delle contraddizioni sociali di questo
paese in crisi. Un movimento meticcio, prima di tutto antirazzista e
contro le discriminazioni, che parla di solidarietà attiva e di
messa in gioco di migliaia di persone che non sono più disposte a
soffrire; un movimento che è al fianco di chi lotta sui temi dei
diritti, della difesa dei territori e della precarietà.
Questo movimento fa paura perchè fa della riappropriazione diretta delle rendite e dei privilegi una rivendicazione concreta, che fa tremare chi per anni ha vissuto alle spalle degli altri speculando ed edificando città su misura dei propri profitti e non delle persone, un movimento che rende possibili esperienze incredibili di lotta che coinvolgono e stravolgono tutta la sfera della vita di chi ne è protagonista, che sceglie di sottrarsi definitivamente al ricatto della precarietà e dello sfruttamento.
A Roma i provvedimenti posti dalla questura riguardano la manifestazione del 31 ottobre, durante la Conferenza Stato-Regioni che aveva all’ordine del giorno il tema degli sfratti e del problema casa; a Napoli la lotta dei disoccupati Precari Bros viene criminalizzata a tal punto da renderla un’ “estorsione del lavoro”, con l’accusa di “associazione per delinquere”.
Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è una chiara provocazione da parte delle forze dell’ordine che, proprio a ridosso della manifestazione a Roma per la chiusura del CIE di Ponte Galeria e in vista delle grandi giornate di mobilitazione lanciate dall’assemblea romana alla Sapienza, provano ad intimorire chi in questi mesi è stato protagonista di grandi battaglie per il diritto alla casa e al reddito contro le grandi opere, battaglie per la dignità di tutt*.
Ma la riduzione del dissenso a problema di ordine pubblico e le persecuzioni dello Stato non ci hanno mai fermato e, complici e solidali con i compagni e le compagne di Roma e Napoli, domani alle 17 saremo davanti alla prefettura di Parma per chiederne l’immediata liberazione e rilanciare le giornate di mobilitazione discusse e nell’assemblea della Sapienza.
Le lotte non si arrestano , liber* tutt* liber* subito!
Questo movimento fa paura perchè fa della riappropriazione diretta delle rendite e dei privilegi una rivendicazione concreta, che fa tremare chi per anni ha vissuto alle spalle degli altri speculando ed edificando città su misura dei propri profitti e non delle persone, un movimento che rende possibili esperienze incredibili di lotta che coinvolgono e stravolgono tutta la sfera della vita di chi ne è protagonista, che sceglie di sottrarsi definitivamente al ricatto della precarietà e dello sfruttamento.
A Roma i provvedimenti posti dalla questura riguardano la manifestazione del 31 ottobre, durante la Conferenza Stato-Regioni che aveva all’ordine del giorno il tema degli sfratti e del problema casa; a Napoli la lotta dei disoccupati Precari Bros viene criminalizzata a tal punto da renderla un’ “estorsione del lavoro”, con l’accusa di “associazione per delinquere”.
Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è una chiara provocazione da parte delle forze dell’ordine che, proprio a ridosso della manifestazione a Roma per la chiusura del CIE di Ponte Galeria e in vista delle grandi giornate di mobilitazione lanciate dall’assemblea romana alla Sapienza, provano ad intimorire chi in questi mesi è stato protagonista di grandi battaglie per il diritto alla casa e al reddito contro le grandi opere, battaglie per la dignità di tutt*.
Ma la riduzione del dissenso a problema di ordine pubblico e le persecuzioni dello Stato non ci hanno mai fermato e, complici e solidali con i compagni e le compagne di Roma e Napoli, domani alle 17 saremo davanti alla prefettura di Parma per chiederne l’immediata liberazione e rilanciare le giornate di mobilitazione discusse e nell’assemblea della Sapienza.
Le lotte non si arrestano , liber* tutt* liber* subito!
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