domenica 13 dicembre 2009

12 dic. 2009 - Inizia il monitoraggio delle case popolari abbandonate e privatizzate nel quartiere San Leonardo


12 / 12 / 2009
Come promesso durante la giornata di mobilitazioni contro gli sfratti del 4 dicembre, la Rete diritti in casa, insieme agli occupanti della SRU ed ai cittadini del quartiere San Leonardo, dà il via al censimento delle case popolari abbandonate e vendute a privati.
Oggi, sabato 12 dicembre, dalle ore 10.30 gli/le attivist* hanno percorso in gruppo via Firenze, via Cocconi e via Pedretti (strade del quartiere con il maggior numero di palazzine ACER), hanno comunicato con gli abitanti del quartiere e hanno affisso sui cancelli delle case cartelli e striscioni.
Il messaggio che viene lanciato è chiaro: vista la drammatica situazione abitativa in cui versa la città, il Comune si dovrebbe sentire costretto a fare marcia indietro e a cambiare il suo modus operandi. E' indispensabile porre fine alla svendita del patrimonio pubblico e restaurare e riaprire tutte le case popolari che da anni sono inutilizzate.
Il volantino distribuito nel quartiere
Oggi siamo in via Cocconi per denunciare le tantissime case popolari lasciate vuote per anni, solo in questa strada se ne contano una dozzina, altre sei sono chiuse e sfitte tra via Pedretti e via Firenze.
Questi numeri sono stati da noi verificati di persona e confermano una realtà che a Parma fa si che il numero totale delle case popolari liberate e non riassegnate sia di circa un centinaio (in questo caso la fonte è lo stesso Consiglio Comunale). Una realtà tanto più crudele se si pensa alla crisi economica che ci circonda e che fa si che molte famiglie, con la perdita del lavoro, si trovino per la prima volta a rivolgersi ai servizi sociali in cerca di aiuto. Nella nostra città, con l’ultimo bando di edilizia residenziale pubblica, le domande accettate, quindi gli aventi diritto, sono risultate 1600, un numero che però è destinato a crescere.
Le politiche di ACER e del Comune di Parma si sono rivelate fallimentari, per volontà politica hanno infatti deciso di non costruire più case popolari proprio quando in Europa le case popolari sono considerate una soluzione efficace al problema abitativo e gli stati europei continuano ad investire molto più dell’Italia in questo settore.
La crisi economica che ci circonda è un dato di fatto, le istituzioni e gli enti locali, abituati ad un sistema sociale che si è sempre basato sugli alti livelli occupazionali dell’Emilia-Romagna e di Parma in particolare, si trovano assolutamente impreparate nella gestione della precarietà sociale diffusa, sia per quanto riguarda le leggi e i regolamenti attuali, che per le iniziative e i progetti politici di breve e lungo termine. Che il problema abitativo sia in forte aumento è un dato incontestabile. A Parma, nei primi 6 mesi del 2009, l’aumento degli sfratti esecutivi è stato del 30% rispetto allo stesso periodo del 2008 e le domande per l’assegnazione di Case Popolari sono quasi raddoppiate, si va dalle 965 richieste del 1999, alle 1200 del 2006, alle 1659 del 2008. Teniamo presente che il 48% delle richieste viene da famiglie che hanno un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore a 4.500 euro, quindi persone che in alcun modo possono pagare un affitto sul mercato privato o una rata di un mutuo.
Siamo qui per denunciare una politica che copre gli interessi dei palazzinari e non di chi in questa città vive e lavora, per mettere a nudo quanto le politiche abitative del Comune siano insufficienti, per dire a tutti che la casa è un diritto e non un privilegio per pochi. Ripensiamo la città come un posto in cui abitare e non un centro commerciale in cui, se non hai le tasche piene, non puoi fare nulla!

LOTTIAMO PER IL DIRITTO ALLA CASA
DIRITTI IN CASA, RETE DI LOTTA PER LA CASAS.R.U. Società di Riappropriazione Urbana
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