Nelle
ultime settimane è aumentato notevolmente il numero di persone
accampate la notte sotto i ponti, il Ponte Verdi e il Ponte Nord in
particolare, con il pericolo costante del freddo intenso, del fiume
che si gonfia e delle aggressioni. Non tutti hanno trovato posto
sotto i ponti. Alcune persone dormono in stazione, tante altre nelle
auto o in case abbandonate e fatiscenti. E’ drammatico che in
questa situazione di pandemia, in cui si chiede a tutti di restare in
casa ci siano persone costrette a girovagare tutto il giorno perché
non hanno un posto sicuro e caldo in cui poter stare.
I
dormitori attualmente controllati dal Comune di Parma sono il
dormitorio di Strada Santa Margherita, quello legato all’emergenza
freddo del Cornocchio e quello di Via Toscana. Ci sono poi alcune
strutture della Chiesa. Sono tutti strapieni e non riescono a
ospitare tutti coloro che ne hanno bisogno, in buona parte uomini,
stranieri ma con un numero sempre più alto di italiani, e anche
alcune donne. I dormitori non sono hotel a 5 stelle. Ci si può
entrare solo dopo le 20.00 e dopo aver dormito nelle camerate si deve
uscire entro le 8.00 del mattino. Eppure neanche questo servizio di
base a Parma riesce ad essere garantito a tutti coloro che sono in
stato di necessità.
Negli
sportelli per il diritto all’abitare che sono attivi in città
incontriamo spesso queste persone: nella diversità delle storie di
vita di ognuno la costante che ritroviamo sempre è l’enorme
difficoltà a trovare un alloggio privato in affitto, sopratutto se
sei straniero, anche in presenza di un reddito stabile. Il mercato
dell’affitto a Parma è inaccessibile. Si preferisce tenere gli
alloggi vuoti in attesa di poterli affittare a turisti, o al limite a
studenti o a nuclei particolarmente facoltosi. Mancano alloggi
pubblici a canone sociale per chi è stato colpito dalla crisi e per
i più poveri. Nel solo Comune di Parma quest’anno si sono
registrate 1850 domande di accesso alle case popolari, la grande
maggioranza delle quali resteranno senza riscontro.
Tutte
queste cose le stiamo ripetendo pubblicamente da anni, in incontri
con il Comune di Parma, in Prefettura, con documentazioni video e
ricerche. Tutti rimangono indifferenti al problema. Anzi la tendenza
è quella di peggiorare la situazione, chiudendo le strutture
esistenti come il centro di accoglienza di Borgo del Naviglio, la ex
Caserma di Langhirano, e a breve, finita l’emergenza freddo, i
dormitori di Via Toscana e del Cornocchio, e minacciando di sgombero
le case occupate. A questa situazione, già di per sé drammatica,
occorre ricordare la prossima fine della moratoria sugli sfratti, che
diventeranno eseguibili in tutta Italia dopo il 30 giugno.
Per
evitare un’emergenza umanitaria occorre agire con urgenza, togliere
dalle mani del mercato la gestione della questione abitativa e
provvedere da subito a mettere a disposizione strutture, alloggi e
soluzioni a chi è costretto a vivere ai limiti della sopravvivenza.
Il
panorama alternativo, per nulla tranquillizzante, prevede blindati e
manganelli per eseguire sfratti, sgomberi e pignoramenti, e
emarginare sempre di più i vecchi e i nuovi poveri.
Per
questo abbiamo deciso di organizzare due presidi:
SABATO
17 APRILE alle ore 15.00 in Piazza Garibaldi e
LUNEDI’
19 APRILE alle ore 11.00 davanti al DUC
RETE
DIRITTI IN CASA PARMA
Sportello
per il diritto all’abitare contro sfratti, sgomberi, pignoramenti e
distacchi tutti i martedì dalle ore 18 in via Mantova 24 Parma.