Abbiamo appreso dai media di movimento della morte improvvisa ed inaspettata di Lorenzo Bargellini, storico volto e trascinatore del movimento di lotta per la casa fiorentino. Alcuni di noi lo conoscevano dagli anni 80, altri, come chi scrive, lo hanno conosciuto, per ragioni anagrafiche, intorno al 2010, all'interno della rete Abitare nella Crisi. La straordinaria durata della sua militanza attiva basterebbe a tracciare da sola il profilo di questo compagno con il cuore immenso, ma è utile ricordare come Lorenzo si muoveva e relazionava, perchè il suo esempio sia ancora seme di cambiamento rivoluzionario.
Quando lo si incontrava nel suo habitat naturale, qualche occupazione fiorentina, colpiva come tutti, dai ragazzi giovanissimi alle signore più avanti di età, senza distinguo di etnia o accento, nutrissero un profondissimo rispetto per questo capellone con la c aspirata.
Un rispetto che non si basava su interessi da soddisfare, neppure fondato sulla paura o su atteggiamenti machisti, neanche collegato alla profonda esperienza del compagno, bensì scaturito dall'estrema generosità che lo animava nella sua lotta anticapitalista.
Non gli interessavano le manovre d'area, il perpetuo scontro tra movimenti, i posizionamenti tattici; lui voleva risolvere un problema fondamentale come quello della casa dal basso, con la lotta autorganizzata, con l'azione diretta, mettendo sempre davanti l'interesse degli sfrattati e i loro bisogni. Non valutava le possibili azioni sulla base di una scala di purezza, bensì tramite il principio di efficacia e senza lasciare indietro nessuno. La strenua difesa della dignità degli sfrattati che si rivolgevano al movimento di lotta per la casa era in grande parte anche un effetto della sua integrità.
Il fatto che il baricentro del movimento fosse nella lotta, nella comunanza con gli sfrattati e con le loro istanze (d'altronde anche Lorenzo viveva in occupazione) e nella pratica quotidiana resistente piuttosto che nella purezza ideologica o nel tatticismo è il motivo che spiega come mai quella fiorentina sia una delle piazze più combattive ed interessanti dal punto di vista della lotta per la casa. Merito di questo era in gran parte anche di Lorenzo.
Ricordo che alla vigilia di un'importante manifestazione romana, la rete Abitare nella Crisi si era data appuntamento proprio a Firenze per concordare una linea comune condivisa che sapesse conciliare la conflittualità con la sicurezza dei partecipanti, che nei cortei per l'abitare sono in gran parte famiglie con bambini, anziani, disabili. Nonostante fossimo ormai tutti riuniti ed in attesa di questa discussione probabilmente molto accesa, Lorenzo continuava a cercare di contattare telefonicamente un assistente sociale per via di una famiglia sotto sfratto senza alcuna soluzione, ritardando l'inizio dell'assemblea. Questo piccolo esempio mi colpì profondamente, l'assemblea con delegati da tutta Italia non metteva in secondo piano per lui il bisogno di questa famiglia che il giorno seguente avrebbe avuto lo sfratto.
La sua intelligenza lo spingeva a metterci in guardia nei confronti di Renzi e soprattutto del renzismo, invito che personalmente non coglievo così fondamentale ed impellente, e come me altri compagni, portandoci a sottovalutare l'esordio di questa disastrosa politica contro i poveri.
Un abbraccio ai compagni fiorentini che sicuramente staranno vivendo la sensazione di un vuoto incolmabile ed un pensiero perchè il suo esempio sia un moltiplicatore della lotta a difesa degli sfrattati e dei poveri nel segno anticapitalista.
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