giovedì 22 settembre 2016

risposta al presidente di Confedilizia Parma

Chiamati in causa dall’articolo del 15 settembre in merito al tentativo di sfratto in Borgo Guazzo e dalla successiva presa di posizione del presidente di Confedilizia Ing. Mario Del Chicca, interveniamo  sulla questione emergenza abitativa. In realtà il tema è ampiamente dibattuto da anni e le amministrazioni che si sono succedute hanno ripresentato sempre le stesse ricette senza incidere minimamente sulla gravità del problema alloggiativo per migliaia di famiglia in difficoltà economica che non riescono a sostenere i costi di un settore dominato dal mercato privato.

Le amministrazioni Ubaldi e Vignali avevano addirittura creato un assessorato ad hoc per intervenire nel merito, cosa che in realtà non è servita ad altro che a creare carriere per politici come Bigliardi e Pellacini che si sono fatti notare a furia di progetti propagandati a tutti i livelli come interventi risolutivi ma che in realtà sono serviti soprattutto a sostenere un settore economico che mostrava segnali di crisi dovuti all’eccesso di offerta, non certo per essere andati incontro alle esigenze di chi era senza casa per sfratti e per difficoltà economiche. A rimanere al palo nel corso delle giunte di centro destra è stata in particolare l’edilizia residenziale pubblica, le case popolari vere e proprie, mentre ampio spazio si è dato all’edilizia convenzionata in vendita (vedi Parma Social House) di cui c’è oggi grande sovrabbondanza e giace per lo più invenduta e vuota. La giunta Pizzarotti ha timidamente cercato di fare qualcosa di più, rispetto ai predecessori, per le fasce sociali più in difficoltà ma ha pagato la mancanza di fondi e l’accumulo di debito realizzato dalle giunte precedenti per opere sostanzialmente inutili.
Dagli articoli della Gazzetta di Parma sopra citati sembrerebbe che i proprietari di casa che affittano siano la parte debole nel rapporto locativo. Dalla nostra attività di sportello e di intervento sugli sfratti in città vediamo l’esatto contrario. A parte che il livello degli affitti sul mercato libero raggiunge livelli spropositati e che anche quello concordato è fuori portata per le famiglie che stanno subendo la crisi, abbiamo testimonianze di innumerevoli proprietari che richiedono canoni in tutto o in parte in nero, nonché di locazioni di alloggi che sarebbe più opportuno denominare topaie, al massimo cantine o solai, il tutto a canoni ragguardevoli. Il fatto è che l’investimento nel mattone per fini locativi è diventato, grazie a una legge (la 431 del 1998) che ha quasi del tutto eliminato il controllo pubblico sugli affitti, il business più remunerativo per chi vuole investire e speculare. Fanno sorridere quindi le lamentele dell’Ing. Del Chicca che recrimina contro il mancato pagamento degli affitti da parte di chi non ce la fa, visto che l’ampia lobby che Confedilizia rappresenta non ha certo mancato di avvantaggiarsi negli anni grazie alla lievitazione degli affitti. Fa sorridere anche la richiesta avanzata dallo stesso Del Chicca dell’intervento pubblico per prendere in locazione gli appartamenti privati vuoti per affittarli alle persone in difficoltà, cosa che sarebbe indubbiamente un bel vantaggio per i privati costruttori e proprietari.
Dal nostro punto di vista, che è quello di chi ha bisogno della casa per viverci e non per trarne rendita, non possiamo che notare che a Parma ci sono migliaia di edifici privati vuoti (anche diversi edifici pubblici), in alcuni casi abbandonati da anni se non da decenni, in buona parte di proprietà di grandi proprietari immobiliari che non riescono nemmeno a gestire il loro patrimonio. Ci sono molte più case vuote che persone in difficoltà abitativa. Viene spontaneo chiedersi perché non si obbligano i proprietari ad affittare a prezzi calmierati questi alloggi, ricorrendo anche alla requisizione se necessario, oppure a una forte tassazione per gli alloggi tenuti sfitti. Gli inquilini possono anche intervenire con l’autorecupero sugli alloggi non adeguati, cosa che si è positivamente concretizzata in tutti gli alloggi occupati a Parma e nel progetto definito con la Provincia per il recupero di 4 alloggi dalla Casa Cantoniera di Via Mantova. La giunta Pizzarotti che sembra sicuramente più consapevole e sensibile rispetto alle 2 precedenti rispetto alla gravità dell’emergenza casa a Parma, si allinea alle precedenti nel timore reverenziale per gli interessi della rendita speculativa.  Per risolvere il problema ormai non ci sono più alibi: il problema è il fatto che la casa è diventata una occasione di speculazione, il problema è il mercato e per iniziare a risolverlo occorre andare ad intaccare gli interessi privati.

 Rete Diritti in Casa Parma

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