Chiamati in causa dall’articolo
del 15 settembre in merito al tentativo di sfratto in Borgo Guazzo e dalla
successiva presa di posizione del presidente di Confedilizia Ing. Mario Del Chicca,
interveniamo sulla questione emergenza
abitativa. In realtà il tema è ampiamente dibattuto da anni e le
amministrazioni che si sono succedute hanno ripresentato sempre le stesse
ricette senza incidere minimamente sulla gravità del problema alloggiativo per
migliaia di famiglia in difficoltà economica che non riescono a sostenere i
costi di un settore dominato dal mercato privato.
Le amministrazioni Ubaldi e
Vignali avevano addirittura creato un assessorato ad hoc per intervenire nel
merito, cosa che in realtà non è servita ad altro che a creare carriere per
politici come Bigliardi e Pellacini che si sono fatti notare a furia di
progetti propagandati a tutti i livelli come interventi risolutivi ma che in
realtà sono serviti soprattutto a sostenere un settore economico che mostrava
segnali di crisi dovuti all’eccesso di offerta, non certo per essere andati
incontro alle esigenze di chi era senza casa per sfratti e per difficoltà
economiche. A rimanere al palo nel corso delle giunte di centro destra è stata
in particolare l’edilizia residenziale pubblica, le case popolari vere e
proprie, mentre ampio spazio si è dato all’edilizia convenzionata in vendita
(vedi Parma Social House) di cui c’è oggi grande sovrabbondanza e giace per lo
più invenduta e vuota. La giunta Pizzarotti ha timidamente cercato di fare
qualcosa di più, rispetto ai predecessori, per le fasce sociali più in
difficoltà ma ha pagato la mancanza di fondi e l’accumulo di debito realizzato dalle
giunte precedenti per opere sostanzialmente inutili.
Dagli articoli della Gazzetta di
Parma sopra citati sembrerebbe che i proprietari di casa che affittano siano la
parte debole nel rapporto locativo. Dalla nostra attività di sportello e di
intervento sugli sfratti in città vediamo l’esatto contrario. A parte che il
livello degli affitti sul mercato libero raggiunge livelli spropositati e che
anche quello concordato è fuori portata per le famiglie che stanno subendo la
crisi, abbiamo testimonianze di innumerevoli proprietari che richiedono canoni
in tutto o in parte in nero, nonché di locazioni di alloggi che sarebbe più opportuno
denominare topaie, al massimo cantine o solai, il tutto a canoni ragguardevoli.
Il fatto è che l’investimento nel mattone per fini locativi è diventato, grazie
a una legge (la 431 del 1998) che ha quasi del tutto eliminato il controllo
pubblico sugli affitti, il business più remunerativo per chi vuole investire e
speculare. Fanno sorridere quindi le lamentele dell’Ing. Del Chicca che
recrimina contro il mancato pagamento degli affitti da parte di chi non ce la
fa, visto che l’ampia lobby che Confedilizia rappresenta non ha certo mancato
di avvantaggiarsi negli anni grazie alla lievitazione degli affitti. Fa
sorridere anche la richiesta avanzata dallo stesso Del Chicca dell’intervento
pubblico per prendere in locazione gli appartamenti privati vuoti per
affittarli alle persone in difficoltà, cosa che sarebbe indubbiamente un bel
vantaggio per i privati costruttori e proprietari.
Dal nostro punto di vista, che è
quello di chi ha bisogno della casa per viverci e non per trarne rendita, non
possiamo che notare che a Parma ci sono migliaia di edifici privati vuoti
(anche diversi edifici pubblici), in alcuni casi abbandonati da anni se non da
decenni, in buona parte di proprietà di grandi proprietari immobiliari che non
riescono nemmeno a gestire il loro patrimonio. Ci sono molte più case vuote che
persone in difficoltà abitativa. Viene spontaneo chiedersi perché non si
obbligano i proprietari ad affittare a prezzi calmierati questi alloggi,
ricorrendo anche alla requisizione se necessario, oppure a una forte tassazione
per gli alloggi tenuti sfitti. Gli inquilini possono anche intervenire con
l’autorecupero sugli alloggi non adeguati, cosa che si è positivamente
concretizzata in tutti gli alloggi occupati a Parma e nel progetto definito con
la Provincia per il recupero di 4 alloggi dalla Casa Cantoniera di Via Mantova.
La giunta Pizzarotti che sembra sicuramente più consapevole e sensibile
rispetto alle 2 precedenti rispetto alla gravità dell’emergenza casa a Parma,
si allinea alle precedenti nel timore reverenziale per gli interessi della
rendita speculativa. Per risolvere il
problema ormai non ci sono più alibi: il problema è il fatto che la casa è
diventata una occasione di speculazione, il problema è il mercato e per
iniziare a risolverlo occorre andare ad intaccare gli interessi privati.
Rete Diritti in Casa Parma
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