venerdì 18 settembre 2015

Comunicato stampa Retedirittincasa in merito ad articolo apparso sulla prima pagina della gazzetta del 18 settembre 2015.



Notiamo con stupore che in primo piano sulla prima pagina della Gazzetta di Parma di oggi appare un articolo sulle palazzine occupate di Borgo Bosazza. In realtà l’articolo è composto non per fornire una notizia, visto che non è collegato ad alcun avvenimento recente e reale, ma solo per dar voce agli interessi della proprietà e per creare un clima di sospetto e di diffidenza rispetto al movimento di lotta per la casa che a Parma sta prendendo sempre più rilevanza e consistenza.
Siccome nella “non notizia” creata in prima pagina sono riportate informazioni parziali, supposizioni o affermazioni false, ci avvaliamo del diritto di replica per riportare la questione delle occupazioni di Borgo Bosazza in un più corretto contesto.

Le due palazzine occupate il 15 ottobre 2014 erano abbandonate da anni. Sono di proprietà di un grande proprietario immobiliare che evidentemente si poteva permettere di lasciare vuote per così tanto tempo due palazzine in buono stato, oppure avendo così tante proprietà non riusciva a gestirle tutte. Tra l’altro sempre in Borgo Bosazza ci risulta che ci siano altri appartamenti vuoti dello stesso proprietario.  Le 15 famiglie abitanti nelle due palazzine sono famiglie che erano state precedentemente sfrattate  senza soluzione alternativa e tutte note ai servizi sociali accuratamente seguite anche in borgo Bosazza  dalla Rete Diritti in Casa e in più ci sono state più identificazioni da parte delle forze dell’ordine degli abitanti per cui non si può dire che la situazione non sia seguita e che gli occupanti cambino continuamente. Riteniamo che il vicinato, tra l’altro in diversi casi solidale e in rapporto di amicizia con gli occupanti, non abbia motivo alcuno di avanzare lamentele per il loro comportamento . I rifiuti sono accuratamente differenziati, si cerca di limitare i rumori ecc. Se non esistesse da parte di qualcuno un certo livello di diffidenza, si tratterebbe di normalissimi rapporti di vicinato. La presunta auto BMW di lusso parcheggiata all’interno è una chiacchiera di borgata non degna di essere menzionata ma, aggiungeremmo, nemmeno di essere pubblicata, considerando che così si vuole insinuare che gli occupanti sono dei benestanti che si approfittano della proprietà altrui. In realtà lo stato di precarietà economica in cui tutti gli abitanti sono relegati, nega alla stragrande maggioranza delle famiglie la possibilità stessa di avere un’auto, figuriamoci la possibilità di mantenere una BMW nuova a meno che non si consideri un ‘auto presente nel borgo che  è una serie 3 dell’anno 2000 usata del valore di 2000 euro…roba da ricchi insomma…
L’articolo ritorna anche sulla questione dell’arena estiva del Cinema d’Azeglio. Abbiamo già chiarito con la stampa e con il proprietario che le eventuali proiezioni sono ben gradite e che gli abitanti dell’edificio ex Stimmatini non hanno mai voluto né vogliono ostacolare in alcun modo le attività dell'arena estiva. Nulla osta quindi alla realizzazione delle rassegne estive e le motivazioni per il mancato avvio delle stesse sono evidentemente altre. L’ostinazione nel riproporre la questione ci sembra assolutamente strumentale.
I continui attacchi che continuamente compaiono sulla Gazzetta di Parma contro le occupazioni vogliono evidentemente preparare il terreno a provvedimenti di sgombero. Ci spiace, ma non ci meraviglia, che il principale quotidiano locale prenda in modo così acritico le difese della grande proprietà immobiliare relegando a brevi trafiletti sulla carta stampata le repliche degli occupanti. Vedi a questo riguardo lo spazio insignificante concesso al comunicato del Sovescio dopo la chiusura dell’esperienza di Via Bixio. Allo stesso modo la Gazzetta ben si guarda dal dare conto della consistenza e della gravità della situazione abitativa a Parma, del dramma degli sfratti e dei pignoramenti, dello stato di emarginazione economica in cui tante famiglie, non solo di migranti, sono relegate in conseguenza della crisi. Con una informazione più oggettiva e completa l’opinione pubblica potrebbe capire meglio anche il perché in tanti sono costretti a ricorrere all’occupazione di immobili abbandonati per avere un tetto sulla testa.

Rete Diritti in Casa
Parma

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