Dopo tanti anni il collettivo Insurgent City, compagno di tante lotte e con cui condividevamo gran parte del nostro sistema di valori, sceglie di terminare la propria esperienza, speriamo per dare vita a qualcosa di più grande. Un abbraccio consapevoli che tanto continueremo a incontrarci nelle lotte per le strade di Parma, contro speculazioni e rendite, in difesa dei lavoratori e dei poveri, spalla a spalla consapevoli di camminare sempre nella direzione giusta.
Ecco il comunicato: Con il testo che segue vogliamo sancire la conclusione dell’esperienza
politica come collettivo Insurgent City, esperienza che per noi (e
speriamo anche per altri) ha significato qualcosa d'interessante e
d'importante.
Insurgent City nasce alcuni anni fa, durante una
fase politica che oggi sembra distante anni luce; erano gli anni di
“Parma città Europea”, della metropolitana leggera, della paranoia
securitaria condita da pestaggi razzisti e abusi di potere. In questo
contesto, il collettivo muove i primi passi e cerca di costruire un
argine alla deriva politica e sociale che la nostra città vive - in
piena sintonia con la dimensione nazionale; il passaggio dalle dinamiche
particolari a quelle generali sono il dato distintivo dell'agire
politico che il collettivo si dà, concentrandosi sulla “sicurezza”, le
trasformazioni urbane e gli interessi economici che sottostanno alle
“riqualificazioni” e ai “rimodernamenti” che piano piano cambiano la
faccia della città e la vita dei suoi abitanti.
Nel 2009 abbiamo dato
vita alla SRU, Società di Riappropriazione Urbana, un soggetto che
univa le anime del movimento in contrapposizione alla città della
speculazione e della rendita. Con questa sigla e insieme alla Rete
diritti in casa abbiamo avuto la capacità di bloccare alcuni progetti
speculativi e di agire con occupazioni, azioni dirette e blocchi degli
sfratti.
La campagna “Stop Metro”, così come il documento “Della
sicurezza” sono stati i prodotti di quella stagione politica, conclusasi
simbolicamente con i festeggiamenti per la scongiurata realizzazione
del progetto metropolitana leggera, inghiottito dalle ristrettezze
economiche che si profilano all'orizzonte e dall'opposizione convinta di
buona parte della città.
Successivamente, l'azione del
collettivo si è modellata su ulteriori nuove sfide: dall'opposizione
alla riqualificazione del quartiere Oltretorrente alla denuncia delle
sempre più evidenti speculazioni edilizie, fino ad arrivare ai momenti
di piazza che nell'estate 2011 hanno portato alla caduta della Giunta
Comunale e il commissariamento del comune stesso. I documenti
“Oltretorrente” e “Parmacrack”, così come il sostegno attivo dato alle
varie e particolari mobilitazioni popolari nate in città, sono alcuni
degli strumenti che Insurgent City ha messo a disposizione del movimento
in quegli anni, per poi dedicarsi all'inchiesta di alcuni settori della
classe lavoratrice, ed in particolare quelli riguardanti il lavoro nei
prosciuttifici e nelle fabbriche di pomodoro, due segmenti ad altissimo
sfruttamento.
La presenza e l'attività svolta in quest'ultimo
anno all'interno dello Spazio Popolare autogestito Sovescio, è per noi
un’esperienza interessante, coinvolgente e senza dubbio positiva, per il
gran numero di attività politiche e sociali portate avanti, per le
relazioni che lì vengono intessute, per la crescita politica collettiva
che giorno dopo giorno è avvenuta tra quelle mura.
Il nostro
coinvolgimento in così tante dinamiche cittadine, relazioni ed
esperienze di lotta, ha costituito una mole di lavoro imponente e ha
necessitato di un impegno politico militante quotidiano. Militanza che,
seppur molto spesso fruttifera, ha generato spesso contraddizioni e
incomprensioni interne che non si sono ricucite. In più, non tutti i
componenti del collettivo, per ragioni personali o scelte, sono riusciti
a “reggere” questo tipo di impegno militante. Per questo motivo, o per
mutate esigenze personali, nel tempo abbiamo “perso” parecchi compagni.
Il nucleo che fondava Insurgent City non vi è stato più ed è questo uno
dei motivi che ci porta a concludere questa esperienza.
Chi di
noi è rimasto, però, non termina qui il proprio impegno, facendo tesoro
di tutto quello che la Città Insorgente ha realizzato in termini di
conoscenza, relazioni, internità e metodo, talvolta sapendo anticipare
gli avvenimenti e le trasformazioni sociali e politiche cittadine.
Da
due anni facciamo parte della rete nazionale “Noi Saremo Tutto”, che
continueremo a seguire e a sostenere in quanto possibilità concreta ed
importante di formazione politica e organizzazione; avendone fatto parte
fin dall'inizio, ne condividiamo il patrimonio di analisi e le
prospettive.
Termina il percorso della Città Insorgente; percorso
lungo e non sempre lineare, non scevro da errori e difetti, ma sempre
coerente per quanto riguarda il suo aspetto centrale, di metodo
politico: partire dal locale (la nostra vita, le questioni
cittadine...), analizzarlo e unirlo (grazie alla ricerca e all’inchiesta
partecipata) al carattere generale delle politiche di speculazione e
sfruttamento, per costruire strumenti e relazioni utili all'azione e
campagne politiche che possano essere incisive.
E’ proprio questo
il metodo che vogliamo portarci a casa dopo questa esperienza, per
ripartire, con nuove forme ed obiettivi, ma con la stessa modalità
d'azione, e con la stessa prospettiva: il rovesciamento di questo
sistema e la fine dello sfruttamento capitalista, per un mondo nuovo.
Se ne va uno dei rari pezzi dell'antagonismo della nostra città. Grazie per il lavoro fatto con passione in questi anni.
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