La questione abitativa si è dimostrata baricentrale nel processo di ricomposizione di soggettività diverse, ampliando gli spazi di mobilitazione e producendo un avanzamento degli strati sociali subalterni; la lotta per il diritto alla casa è stata capace di mettere in moto energie e percorsi in tutta Italia, ponendo in essere relazioni virtuose tra le lotte nei territori, capaci di configurarsi come un ostacolo negli ingranaggi della rendita e dell'esproprio delle risorse.
Lo stesso Piano Casa si configura principalmente come un tentativo di ristrutturazione della governance nei confronti di un movimento sociale che è riuscito, certamente in modo ancora insufficiente, ad insinuarsi in alcune esplicite contraddizioni sistemiche. L'articolo 5 è senza dubbio un attacco diretto alla galassia delle occupazioni abitative, l'ossatura portante della lotta per la casa, teso a minarne l'agibilità e ad arginare il loro riprodursi nei territori; la lotta contro questo dispositivo diviene quindi centrale. Già in diverse città è stato possibile approfondire le contraddizioni tra le amministrazioni locali ed il governo riguardo alla questione delle residenze; questo è il nodo su cui continuare ad incalzare e confliggere, estendendo e moltiplicando le iniziative tese a rendere il Piano Casa definitivamente inapplicabile nei nostri territori.
Con la stessa lente leggiamo il tentativo di chiudere spazi di agibilità, soprattutto nella metropoli romana, tramite sgomberi continui e misure cautelari. La nostra risposta non può che passare dal ribadire la legittimità del conflitto sociale, dotandosi degli strumenti per allargare gli orizzonti e l'intensità della lotta. La difesa delle occupazioni e degli spazi che ci siamo conquistati, sta nella capacità di replicarli e diffonderli.
La guerra ai poveri del governo Renzi si sta sempre più delineando come progetto complessivo.
Da un lato l'elemosina degli 80 euro e i ricatti del Job Act, dove il lavoro diviene sempre più sistema di disciplinamento e controllo, come contraltare allo smantellamento di servizi, sanità, istruzione; dall'altro la strada spianata ad ogni tipo di speculazione finanziaria ed edilizia, filone in cui si inserisce anche il nuovo decreto "Sblocca-Italia", teso a rilanciare l'edilizia privata tramite l'abbattimento dei vincoli, secondo un modello di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, già ampiamente rodato nel sistema delle grandi opere.
Nei territori, nuovamente, la resistenza a questi processi di saccheggio può dare preziosi input per la nascita di esperienze conflittuali; nella prospettiva di rilanciare la lotta su nuove forme di sciopero sociale, sarà necessario individuare ed indicare i punti di maggior accumulazione di profitto.
Anche per questo intavolare un discorso politico sulla questione del reddito non può prescindere dall'affrontare i nodi della rendita sui quali agire, lavorando per costruire rapporti di forza adeguati ed efficaci; non basta quindi richiedere una generica redistribuzione di reddito e risorse, occorre disporsi come elemento di incompatibilità e provare a sabotare i meccanismi di esproprio e saccheggio capitalistico. La lotta per la casa è certamente in questo momento il picco più avanzato delle lotte per il reddito perché pone immediatamente queste questioni, ed a partire da un bisogno reale: strappare profitto alla controparte sotto forma di patrimonio immobiliare, effettuare una redistribuzione basata sui criteri della lotta.
Il
6 e 7 settembre a Pisa, presso lo spazio antagonista Newroz, si
terranno due giorni di assemblea della rete ABITARE NELLA CRISI dove
approfondire la discussione e condividere strumenti e proposte per un
autunno ed un altro anno di lotta, a partire dalla settimana di
mobilitazione europea per il diritto all’abitare “Stop evictions – take
the city”,che vedrà il 16 ottobre come giornata in cui iniziare a
sperimentare le ipotesi di sciopero sociale metropolitano e la giornata
del 18 la costruzione di decine di cortei e manifestazioni che rilancino
e connettano le lotte dei territori resistenti in italia e in europa.
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