lunedì 4 ottobre 2010

Cronistoria di un venerdì passato tra Comune e Teatro in cerca degli Assessori Pellacini e Lasagna.


AAA Cercasi Assessori alle politiche abitative e sociali

La Rete diritti in casa occupa il Comune con 9 nuclei familiari in emergenza abitativa...ma il Sindaco e gli Assessori preferiscono andare al Teatro Regio all'inaugurazione del Festival Verdi piuttosto che occuparsi dei problemi reali che colpiscono i propri cittadini.

1 / 10 / 2010

Ore 17.00 Gli attivisti della Rete diritti in casa, insieme a diversi nuclei familiari e ragazzi singles, colpiti dalla crisi, dai licenziamenti e dagli sfratti, entrano negli uffici del Comune di Parma (Duc), muniti di striscione e volantini, per chiedere un incontro con gli Assessori alle politiche abitative e alle politiche sociali del Comune.

Ore 19.00 Il presidio prosegue oltre l'orario di chiusura del Duc, a causa dell'assenza e del silenzio della nostra efficiente amministrazione comunale.

Ore 19.30 Al posto del Sindaco Vignali e degli Assessori (impegnati nel frattempo nei preparativi dell'apertura del rinomato Festival Verdi al Teatro Regio) arrivano le "Forze dell'ordine" al completo che effettuano uno sgombero forzato dal Duc di circa 40 persone e molti bambini.

Ma perchè delle persone che si rivolgono agli sportelli pubblici del proprio "Comune Amico", per fare delle domande in merito alle propire difficili condizioni lavorative e abitative, in presenza di minori, con estrema educazione e rispetto (nonostante la rabbia che si prova vivendo in strada da mesi), vengono rifiutate e respinte?

A volte, forse, si è talmente tanto presi dalle proprie problematiche quotidiane, legate ad un lavoro precario e agli alloggi sempre più onerosi (trovare i soldi per pagare affitti di oltre 600 euro, pur vivendo in un'umida cantina, trovare un asilo disponibile per il proprio figlio, sopportare un licenziamento, cercare un nuovo lavoro in piena crisi economica, convincere l'Ufficiale Giudiziario a rimandare di qualche altro mese lo sfratto, sperando che le cose si sistemino, compilare le domande dei bandi per la casa popolare, accettare il rifiuto della propria domanda, per vizi di forma o per l'assenza di questa tipologia di alloggio etc), che non pensiamo che anche i nostri Amministartori sono afflitti da una serie interminabile di problemi da risolvere. Immaginiamo che tra smoking, auto blu, trucco e parrucco non abbiano trovato il tempo di incontrare le famiglie che vivono in strada da mesi a causa di uno sfratto esecutivo.

E' per questo che, dopo lo sgombero, abbiamo deciso di spostarci tutti al Testro Regio, in cui stava per andare in sena la prima de "Il Trovatore", così da dare l'occasione al Sindaco Vignali e agli assessori di ascoltare le nostre parole prima dell'inizio dello spettacolo. Per facilitargli l'ascolto e per renderci più visibili tra la folla ci siamo muniti di fischietti, fumogeni e megafono...ma niente da fare...non ci hanno voluto incontrare nemmeno lì! O sono sordi o tutti gli impegni che hanno non gli permettono di occuparsi dei loro cittadini.

La domanda sorge spontanea: nel 2011 ci saranno all'incirca 500 sfratti esecutivi nel comune di Parma. Li affronteranno tutti come questione di ordine pubblico?

Noi non molliamo: la strada per la conquista dei diritti è ancora lunga ma siamo convinti che passo dopo passo ci riprenderemo tutto quello che ci spetta!

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Leggi il volantino distribuito:

Le politiche abitative del comune di Parma non hanno niente a che vedere con le problematiche della realtà che ci circonda

Per molte persone avere un contratto di lavoro è un requisito necessario per accedere ai bandi per le case popolari e per le case a canone "sociale", come Parmabitare e Casadesso. Un requisito che sembra banale è invece un grosso problema, il lavoro reso sempre più precario, non solo per ‘i giovani’, e la crisi che in questi mesi ha portato a centinaia di licenziamenti e cassa integrazione, fanno si che sempre più persone si trovino per la prima volta in difficoltà economica, in condizione di scegliere se mangiare e dar da mangiare alle loro famiglie o pagare l’affitto. Di fronte a questa realtà sempre più persone per la prima volta si affacciano ai servizi sociali per un problema abitativo. Servizi sociali che, paralizzati già da tempo su tematiche così scottanti, sono resi del tutto impotenti davanti a queste situazioni. Resi impotenti proprio dalle politiche dell’amministrazione locale che per anni non ha investito nella costruzione di case popolari, non ha investito nel recupero di vecchi alloggi di edilizia pubblica (decine di questi sono chiusi ormai perché necessitano di una sistemata e sono così sottratti all’assegnazione). Le politiche abitative del Comune di Parma sono tutte puntate su progetti come Parmabitare e Casadesso, dove un affitto varia dai 300 ai 500 euro al mese, prezzi paragonabili al libero mercato, e dove in più è richiesto di prelevare direttamente il canone dalla busta paga. Molte famiglie in stati di necessità non possono accettare quest’ultima condizione perché troppo rischiosa. Anche l’edilizia convenzionata non risolve il problema, dove trovare i soldi per comprare casa o contrarre il mutuo in condizioni di lavoro precario o assente?

Il Comune di Parma però concede largamente permessi edilizi, case sorgono come funghi in ogni dove, consumando ettari di suolo senza restituire niente in cambio. All’inizio sembrava che la motivazione fosse che con l’aumentare del numero delle case sarebbero scesi i prezzi, ma non solo questo pronostico di mercato non si è avverato ma anche il numero di case vuote e invendute è salito a dismisura. Il mercato non segue leggi di mercato se non quelle che interessano a speculatori e palazzinari, e i prezzi delle case non si abbassano.

Siamo qui oggi per chiedere una risposta alle nostre domande, una risposta nuova e efficace ad un bisogno primario come quello dell’abitazione, una risposta a tutti quelli, e sono molti e il numero cresce ogni giorno, che fin’ora non ne hanno avuta.

CASA, REDDITO, DIGNITà PER TUTTI

Rete diritti in casa

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