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mercoledì 15 novembre 2017

RAZZISMO E DIRITTO ALL’ABITARE: DUE QUESTIONI STRETTAMENTE CONNESSE


Tra i tanti argomenti  contro i migranti usati dai mass media in cerca di audience e dai vari populisti/razzisti/fascisti in cerca di facile consenso, quello sull’accesso all’abitazione è uno dei più utilizzati e tra i più conditi di falsità che contribuiscono ad alimentare razzismo e guerra tra poveri.
Guardando in faccia la realtà, i migranti sono oggi tra i soggetti che hanno più difficoltà ad accedere all’alloggio: le banche non concedono mutui alle famiglie di migranti così anche i nuclei più inseriti e stabilizzati possono ricorrere solo alla ricerca di alloggi in affitto. Se abbiniamo a questa considerazione il fatto che le famiglie italiane sono invece per la grande maggioranza proprietarie dell’alloggio in cui vivono (72%) risulta chiaro il perché il mercato della locazione è affollato soprattutto da migranti.
Il mercato privato ha poi un atteggiamento selvaggio rispetto alla domanda di abitazione da parte dei migranti e da parte dei poveri in generale: per avere accesso a una locazione spesso non basta un solo contratto di lavoro stabile, mentre il rifiuto è garantito per tutte le situazioni in cui il contratto di lavoro è precario, non ben remunerato, a termine ecc.. A questo bisogna aggiungere il fatto che per tanti proprietari c’è un plus di discriminazione razziale e il “non si affitta a stranieri” anche se non è scritto esplicitamente sugli annunci è spesso tradotto nella realtà dei fatti con un “abbiamo già affittato” quando a rapportarsi allo sportello dell’agenzia è un immigrato. Il mercato della locazione è poi stato stravolto dalla diffusione di Air B&B che sottrae la disponibilità di alloggi per gli affitti a lungo termine per destinarli agli utilizzi a fini turistici o per affitti di breve periodo

 Ai più poveri, italiani e migranti che siano, rimangono quindi spesso solo i tuguri, le case non affittabili, le cantine, gli affitti a posto-letto, il tutto a canoni esorbitanti e spesso al nero. Vista l’incapacità del mercato privato a soddisfare il bisogno di casa, e normale che molte siano le domande di accesso degli stranieri alla casa popolare: nell’ultimo bando per gli alloggi ACER a Parma gli stranieri che hanno presentato richiesta sono stati il 70% circa del totale. Questo non significa però che gli stranieri siano agevolati nelle assegnazioni, anzi è vero l’esatto contrario: innanzitutto per beneficiare dell’assegnazione devono essere in possesso di un contratto di lavoro (requisito non richiesto ai cittadini italiani). Inoltre i migranti sono discriminati dall’attribuzione del punteggio perché praticamente in tutti i regolamenti comunali per la definizione delle graduatorie sono privilegiati coloro che risiedono da più tempo nel territorio rispetto a chi viene da fuori. Inoltre i migranti  non hanno nemmeno la possibilità di presentare la domanda se non risultano residenti da almeno 3 anni in Regione o se titolari di un permesso di soggiorno di durata inferiore a quella biennale.
Evidentemente i migranti non sono privilegiati ma sfavoriti nell’assegnazione delle case popolari pur essendo una categoria debole che non può  contare sugli appoggi della rete famigliare cosa che invece spesso è possibile per i giovani autoctoni in difficoltà economica. Il fatto che si dica che “gli immigrati ci rubano la casa” è quindi una porcheria politica degna dei peggiori razzisti. Gli stessi che dicono questo ben si guardano dal far notare che le politiche pubbliche per le abitazioni a canone sociale sono praticamente nulle anche a fronte all’esplosione del problema abitativo (le case popolari in Italia sono solo il 4% del totale degli alloggi mentre per esempio in Francia sono il 20% e in olanda il 48%) , con politiche praticamente identiche messe in atto da governi di destra o di centro sinistra. Chi aizza la guerra tra poveri per l’accesso alla casa non dice che in Italia ci sono quasi 3 milioni di alloggi non utilizzati: a Parma sono, secondo una ricerca dell’agenzia Solo Affitti, ben 50.000 le case vuote, un patrimonio molto più che sufficiente a dar risposta ai circa 2.000 nuclei che si trovano nella lista d’attesa per l’assegnazione delle case popolari. Tra questi 50.000 alloggi vuoti basterebbe requisire quelli che sono di proprietà di banche, assicurazioni o di grandi proprietari immobiliari e avremmo già risolto il problema della casa a Parma.  I fascisti e gli altri razzisti di varia natura preferiscono prendersela con i più poveri, con gli ultimi della catena sociale invece che con i più forti, con i padroni della città e dell’economia. E’ stata sempre una loro caratteristica. 
Dobbiamo tutti considerare che le migrazioni sono un fenomeno inarrestabile, crudele conseguenza delle politiche di depredazione economica messo in atto dalle economie e dai governi dei paesi a capitalismo avanzato a danno dei paesi del cosiddetto sud del mondo, prima colonizzati ed ora controllati  con il sostegno a governi dittatoriali asserviti alle esigenze dei paesi più avanzati, Italia compresa. Le migrazioni mettono a nudo queste enormi contraddizioni e ognuno è posto davanti a una scelta fondamentale. Unirsi ai dannati della terra nelle lotte del quotidiano, dalla lotta per la casa alla lotta per il reddito, una vita degna e per un nuovo internazionalismo strappando la ricchezza ai padroni delle città e dell’economia oppure far declinare la società verso un nuovo genocidio.          Noi abbiamo scelto da che parte stare

RETE DIRITTI IN CASA PARMA
SPORTELLO PER IL DIRITTO ALL’ABITARE, CONTRO SFRATTI, PIGNORAMENTI E DISTACCHI OGNI MARTEDI’ DALLE 18.30 ALLE 21.00
PRESSO CASA CANTONIERA VIA MANTOVA 24


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