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mercoledì 28 agosto 2019

Contributo della rete diritti in casa al dibattito sull'emergenza abitativa a Parma




Ci permettiamo di inserirci nel dibattito sull’emergenza sfratti a Parma, innescato da un’omelia del Vescovo, per dire la nostra in merito, essendo una realtà che si confronta quotidianamente con l’emergenza abitativa, toccando con mano, allo sportello per il diritto all’abitare di Via Mantova e con i presidi antisfratto la gravità di una situazione che andiamo denunciando da decenni.
Più che di emergenza sfratti preferiamo parlare di gravissima e strutturale situazione di carenza di alloggi per i più poveri e per le situazioni sociali più delicate. Il fatto che il numero degli sfratti sia calato rispetto agli anni di picco (2013-2014) pur rimanendo a livelli notevoli non deve illudere: ci sono meno sfratti solo perché un mercato sempre più vorace esclude centinaia e centinaia di famiglie e di singoli dall’affitto perchè ritenuti non solvibili. Si sta creando una situazione di emarginazione estrema che costringe al sovraffollamento, all’abitare in luoghi fatiscenti o addirittura in auto o per strada, all’affollare le strutture d’emergenza. Queste situazioni non vengono rilevate dalle scarne statistiche sugli sfratti. Il mercato, che domina incontrastato la gestione degli alloggi, fiuta nuove possibilità di business: la nuova frontiera è l’affitto turistico, alimentato da manifestazioni di marketing territoriale come Parma 2020. Già oggi un migliaio di alloggi privati sono sottratti al mercato degli affitti per essere offerti ai turisti sulle piattaforme immobiliari online. Gli affitti, anche in conseguenza della riduzione dell’offerta, stanno di nuovo aumentando a fronte di una stagnazione dei valori immobiliari, alimentando la rendita parassitaria.

Le proposte istituzionali per affrontare l’emarginazione causata dal mercato sono sempre le solite e stanno ormai rasentando il ridicolo. Seguiamo la questione abitativa a Parma e in Italia dall’anno 2000 e le proposte che sono state messe in campo in tutti questi anni sono sempre state le stesse, senza che si faccia un minimo di autocritica sulla loro inefficacia. L’agenzia per l’affitto, ha raccolto un fallimento dopo l’altro. I fondi per l’affitto (anche quelli per morosità incolpevole) sono alla fine soldi pubblici che finiscono nelle tasche dei privati proprietari immobiliari, per di più i criteri per l’attribuzione sono talmente escludenti che rimangono regolarmente in buona parte inutilizzati. Si chiede al mercato, inteso come la massa di piccoli e grandi proprietari immobiliari, di essere benevolo e generoso con gli inquilini, ribassando i canoni e accettando i canoni concordati. Possibile che non si sia ancora capito che il mercato immobiliare è avido, spietato, parassitario?
Senza strumenti di imposizione il mercato continua a farsi in tutti i sensi gli affari suoi. Dal 1998 in avanti il mercato degli affitti beneficia della liberalizzazione totale e sarebbe ora che si mettesse uno stop a questo dominio della rendita. Le poche case popolari (in italia sono solo il 4% del totale degli alloggi) languono senza fondi per le ristrutturazioni e per le nuove edificazioni.
Ci sono migliaia di alloggi vuoti in una città di medie dimensioni come Parma (addirittura 51000 tra Parma e Provincia dei quali 8500 in città secondo una ricerca dell’Agenzia Solo Affitti).
Se si vuole affrontare in modo serio la questione occorre cominciare a prendere in considerazione l’imposizione fiscale rigida e la requisizione contro lo sfitto, finanziamenti seri all’ERP per ristrutturazioni e nuove costruzioni senza ulteriore consumo di suolo , progetti di auto recupero di edifici vuoti, sia pubblici e privati da parte dei senza casa.
Se si propongono i soliti strumenti non si dica che si sta affrontando l’emergenza abitativa: meglio dire che si cerca, non riuscendoci, di limitare l’emarginazione creata dal mercato, che si intende continuare ad usare la repressione e le forze dell’ordine per eseguire gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi degli occupanti per necessità.

Rete Diritti in Casa Parma

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